Cyrano, i test su Facebook e lo scrittore che è Dio

Cinque minuti fa ero su Facebook (sto sempre su Facebook, lo so, è una mania!) e mi è apparso sulla pagina uno di quei test stupidi che su Facebook vanno per la maggiore. Il solito quadrato pieno di lettere messe a caso, e la spiegazione: il nome del primo personaggio che riesci a leggere è quello che ti rappresenta.

Sotto una sfilza di gente che commentava contenta o affranta, perché le era saltato all’occhio Harry Potter, o Ulisse. Un uomo era perplesso perché gli era uscita Emma Bovary. Io ho letto e mi è venuto fuori Cyrano.

E sul momento, non so, ci sono rimasta un po’ male. Ma come, con tanti bei personaggi che hanno trovato gli altri, a me Cyrano? Che ha il nasone, ed è pure maschio? Non una Angelica, non una Mirandolina, almeno una Natascia. No, Cyrano. E che è?

Poi ci ho riflettuto un attimo, e forse, ma sì, forse ho capito che il caso la sa più lunga di noi. Cyrano. E chi mi doveva rappresentare mai, se non uno che per tutta la vita gioca con le parole, e ci si nasconde dietro? Uno che combatte con se stesso perché vorrebbe stare al centro della scena e ci sta pure benissimo, ma non si sente mai a suoi agio quando c’è, si trova inadatto, goffo, sbagliato. Cyrano è così. Uno schivo che vuole però stare sotto i riflettori, un pudico impudico, forse un narcisista timido.È un uomo che non si accorge della fortuna che ha perché è troppo impegnato a sognare quella che hanno gli altri, un brutto che mitizza la bellezza per trovare una scusa e restarsene da solo, un uomo che non vuole essere infelice, ma in fondo si crogiola nella sua infelicità e ci si fa una tana.

Chi potevo essere mai io, Rossana? Rossana non è mai una protagonista, è un pretesto. Un manichino a cui Cyrano appende i suoi desideri ed i suoi pensieri. Non la ottiene perché in fondo non la vuole davvero. Pensa che noia svegliarsi con accanto alla mattina quella scema, che lo asfissia con i suoi giochetti colti, le sue boccucce, le sue mossettine, quando lui si è innamorato di una lei perfetta, che non invecchia, non rompe l’anima, e non vive se non quando lui, immaginandola, le dona vita. Cyrano è così scrittore che vuole amare una donna che ha creato lui, non un altro banalissimo essere umano creato dalla natura o dal caso. E lui si crea la “sua” Rossana prima, e poi le crea anche l’amante adatto, quel Cristiano che non esiste neppure lui, se non come invenzione di Cyrano stesso. È un corpo, un simulacro vuoto (e bello) a cui Cyrano dona vita ed anima, attraverso le parole. Cyrano è lì, dietro la scena ma padrone di essa, perché è il burattinaio che muove i fili delle sue marionette. Loro sono oggetti, e lui è invece Dio.

Ogni scrittore è Dio. Ogni scrittore è uno che è convinto di dare ordine con le sue storie al caos del mondo. Di saper capire come ragionano gli esseri umani e di saper inventare personaggi vivi come lo sono gli uomini e le donne di carne e sangue. Se ne sta acquattato nell’ombra, apparentemente in disparte, ma dipana tutto e ordisce ogni cosa.

Cyrano è questo. Non rinuncia alla donna che ama, perché ciò che ama davvero è solo la sua storia. E per averla e vederla svolgersi come desidera e ha programmato è disposto a lasciare tutto il resto, e cioè quello che gli altri chiamano vita.

Eh. Non mi poteva venire fuori Emma Bovary o Harry Potter. A me è venuto fuori Cyrano. Alle volte i test stupidi su internet sono stupidi, ma ci azzeccano assai, mi sa.

 

 

7 Comments

  1. “Rossana non è mai una protagonista, è un pretesto. Un manichino a cui Cyrano appende i suoi desideri ed i suoi pensieri.”
    La letteratura è piena di personaggi femminili come Rossana, e per questo ho passato l’infanzia identificandomi con uomini. E Giò March, naturalmente.
    PS Ora mi viene voglia di cercar il test e rifarlo a oltranza volte finché non viene fuori Ulisse :D.

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