Finale di stagione

È la fine della stagione. Domani la spiaggia chiude, e già oggi c’è un’aria di sbaracco, con i bagnini che approfittano delle pause per smontare gli ombrelloni e i lettini, appena i clienti van via.
E tu mi mancherai, settantenne d’assalto, che per tutta l’estate ti sei accampato accanto a me, con il tuo piglio mussoliniano e il capello medio lungo alla Briatore de noantri, che la mattina arrivavi con la tua sdraio e occupavi il bagnasciuga deciso, sguardo puntato all’infinito e braccia sui fianchi modello Benito che arringa le folle.
Mi mancheranno le tue infinite spiegazioni a moglie e figlia, i tuoi riassunti puntuali della prima pagina di Libero e degli editoriali di Sallusti, le tue soluzioni fulminee per la crisi in Egitto prima ed in Siria poi, basate sull’esperienza di ben due vacanze di quindici giorni a Sharm el Sheik, che ti han consentito di conoscere le sfaccettature del mondo arabo nel profondo, come nessun islamista mai.
Mi mancheranno i tuoi sguardi di commiserazione rivolti alla tua consorte, remissiva e rassegnata come la moglie dei film di Verdone, ma soprattutto i battibecchi fulminei con tua figlia, una quarantenne dalle labbra a canotto siliconate e dalle tette ormai cadenti, perché purtroppo anche il silicone, dopo un certo numero di anni, risente della legge di gravità. Erano meravigliosi i vostri dialoghi, in cui tu cercavi di parlare di politica nazionale ed internazionale citando il Giornale, e lei, annoiata e sbadigliante, alzando il naso da una rivista di gossip, ti chiedeva lumi sull’ultimo efferato delitto di cronaca nera, e tu rispondevi infastidito, non fosse altro perché lei, ignara, continuava ad interessarsi di assassini e stragi compiute da italiani, e non da extracomunitari cattivi, sicché alla fine litigavate e lei si stravaccava sul lettino dandoti le spalle e sbuffando, consapevole che per avere informazioni finalmente attendibili avrebbe dovuto aspettare un qualche speciale di Barbara D’Urso.
Mi mancherai, mi mancherete tutti e tre. Vi guardo smontare il lettino e chiudere gli ombrelloni, perché del bagnino mica vi fidate fino in fondo, e andare via, verso azzurre lontananze. Peccato che in cielo non passi l’aereo che annuncia con uno striscione il ritorno in campo di Forza Italia: sarebbe la perfezione, dài.

10 Comments

  1. anche a me fanno impressione; normali, come me, leccano il gelato, si spalmano la crema l’un l’altro, come me sdraiati sul lettino, chi immerso in profondi pensieri, chi immerso sui nuovi acquisti del presidente della Samp; e provi senso di piacevole somiglianza, fin quando, son spunta, una copia de «il Giornale»; allora gli occhi li vedi più taglienti, le pelli più grinzose, le creme più velenose; loro, all’immancabile, ipertrofica, copia di «Repubblica» che incombe dalla nostra borsa, non ci fanno caso, per loro noi siamo solo «bagnanti»; gli strani, a volte penso, che siamo noi, cara Galatea

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  2. Che bello saper descrivere in venti righe l’essenza di quattro milioni di elettori.
    Per gli altri quattro è più difficile perché fanno di tutto, e ci riescono abbastanza bene, a dissimulare il loro opportunismo e la loro malafede.

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  3. Non volevo commentare, perché in fondo “che me frega”?
    Poi ho deciso di spendere due parole, perché il post introduce una miriade di argomenti di cui in realtà si dovrebbe discutere continuamente.
    Nella mia vita ho conosciuto tanti ladri, truffatori, manigoldi, corrotti, concussi, vigliacchi, miserabili; ed erano d’ogni parte politica. Parimenti ho conosciuto dei fior di cialtroni, ignoranti, presuntuosi, supponenti, saccenti, millantatori; ed erano sempre di ogni parte politica.
    Per fortuna, ho conosciuto pure persone intelligenti, colte, ammirevoli, oneste, gente alla quale avrei potuto consegnare in mano il mio portafogli e forse, quando me lo fossi ripreso, vi avrei trovato più danaro di quello che c’era. Anche quest’ultimi erano di ogni parte politica.
    Purtroppo, dalla mia esperienza, per quanto limitata, ne ho tratto che la terza categoria di persone descritte, assai difficilmente riesce a ritagliarsi ruoli significativi nel nostro panorama istituzionale, a tutti i livelli,
    Questo accade soprattutto per colpa di noi tutti.
    Se non superiamo l’ottica infantile dell’ “altro” che è sempre brutto, sporco e cattivo e che ha torto per definizione, punto, non riusciremo mai a emanciparci da una politica che sembra più uno sciocco e sterile confronto tra tifoserie, tra i Verdi e gli Azzurri dell’ippodromo di Costantinopoli, che la dialettica costruttiva di cui questo paese necessita ormai indifferibilmente, pena la catastrofe.
    Così facendo, continueremo sempre a favorire, pur inconsapevolmente, i ladri, i truffatori, i manigoldi, i cialtroni, i corrotti, i concussi, e chi più ne ha.

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  4. caro lector, io penso che il corpo sociale sia sensibile solo agli slogan e alla propaganda, per cui ogni politico, di qualunque colore, costruisce il consenso con i soliti, ineludibili, trucchi; la differenza è dopo, sul modo di usare questo consenso, per scopi utili alla pòlis, oppure invece per scopi ladreschi; ma confidare nella razionalità degli elettori e dei cittadini, è impossibile, giacchè gli uomini sono per natura passionali e propensi a scegliere ciò che piace, non ciò che è giusto;

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  5. @–>Diego

    Se non iniziano le persone più … diciamo “informate”, a proporre un approccio diverso per fare politica, rispetto a quello a cui ci hanno abituati o indotti le consuete agoni mediatiche, allora chi mai lo farà?

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  6. @ Lector: ho cambiato un lavoro, per una certa allergia alle divise… Comunque: pensa che la maggior parte dei miei concittadini a settembre ripone i costumi nell’armadio, e noi ci godiamo un bel mare (basso Lazio) a prezzi finalmente onesti e con un’acqua cristallina. Saluti!

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