Cose da maschi. La teoria maschilista della civiltà.

Come nick ha scelto Libertyfirst. A leggere l’ultimo post, però, ho come l’impressione che la Libertà da lui tanto vagheggiata abbia confini abbastanza precisi: non comprenda, cioè, tutti, ma solo quel segmento del genere umano che ha la fortuna di nascere del sesso giusto, che nella fattispecie è quello maschile. Per donzelle infatti, per carità, la libertà di far ciò che si vuole esiste, in teoria; però in pratica, stando alle sue meditazioni, sarebbe meglio se noi signorine ci rassegnassimo a capire che il nostro ruolo al mondo è quello di partorir marmocchi e scodellare pranzetti ai mariti. Ma mica lo dice, sia ben chiaro, per un reflusso di maschilismo: no, Libertyfirst lo afferma quasi a malincuore, e dopo ponderati studi, perché è convinto che solo così noi donne saremo felici. Per spiegarcelo, ha elaborato una vera e propria teoria scientifica, che ha battezzato La teoria maschilista della cultura umana.

Si comincia con un tono un po’ faceto, che quasi trae in inganno: Per gioco, quest’estate ho creato una teoria che spiega per quale motivo quasi tutte le opere scientifiche, filosofiche e artistiche della storia umana sono state fatte da uomini. Eh si sa, col caldo, sotto l’ombrellone, il tempo bisogna ingannarlo pure: ricordo un ferragosto in cui, con una mia amica, formulammo l’ipotesi che lo spirito di conquista di certi popoli fosse legato al desiderio di sfuggire alla cattiva cucina, il che spiegava magnificamente perché gli Spartani tirati su a brodo nero, i Macedoni a schiene di bue grigliate, i Romani a zuppe di farro stantio e gli Inglesi fossero sempre disposti a conquistare il mondo, mentre noi Italiani moderni no. La mia amica ed io, passata la calura ferragostana, abbiamo riso delle nostre elucubrazioni; Libertyfirst invece no, deve averci penzato e ripenzato, e se ne vedono i frutti:


La teoria standard, per non dire politicamente corretta, sostiene che è per l’inferiorità giuridica delle donne che ha impedito loro di contribuire maggiormente allo sviluppo della cultura umana, ma questa teoria secondo me non spiega perché le cose non sono cambiate repentinamente nell’ultimo secolo, nel momento in cui l’inferiorità giuridica è andata a farsi finalmente benedire e ormai anche gran parte della dipendenza economica è un ricordo del passato, visto che la maggior parte delle donne anche della generazione precedente alla mia vanno all’università e lavorano.

Eh già, è noto che quando la Legge dice che una cosa è riconosciuta, automaticamente la società si adegua. Scritto sulla Costituzione che uomini e donne sono giuridicamente uguali, bibidibobididbù l’uguaglianza è raggiunta, e la società archivia nel giro di un attimo non solo secolari pregiudizi, ma anche altrettanto secolari aspettative (aspettative che, per giunta, le donne in millenni hanno introiettato, fino ad assumerle come un destino fatale, anzi, peggio ancora: naturale).

Oltretutto viene anche da domandarsi se Libertyfirst si sia dato un’occhiatina attorno, e soprattutto se abbia dato uno sguardo magari ad un qualche documentario sulla vita quotidiana delle donne, in Italia, anche solo una trentina di anni fa. Si sarebbe accorto che le cose, per noi donne, sono davvero cambiate repentinamente nell’ultimo secolo: cent’anni fa le donne medie, quando proprio andava loro di lusso e le lasciavano lavorare, potevano fare le sartine, le operaie, le più intellettuali – ma proprio tanto tanto intellettuali – le maestre con la penna rossa; oggi fanno le cardiochirurghe, le fisiche nucleari e quant’altro salti loro in testa, e hanno quasi colmato uno svantaggio che si trascinavano dietro da millenni. No, per Libertyfirst non è abbastanza:

A guardare la Storia, di donne se ne sono viste, e non tante, quasi solo come romanziere e poetesse, anche se comunque probabilmente stanno abbondantemente sotto il 20% del totale. Nel campo della scienza gli esempi sono pochi, visto che a me al momento viene in mente solo Rita Levi Montalcini, e il rapporto tra Premi Nobel uomini e donne è indubbiamente abbondantemente a favore degli uomini


Pofferbacco, c’è da dargli ragione, i numeri sono numeri e si sa che la statistica è scienza oggetitva, no? Ma a guardar la Storia un po’ meglio, si scoprirebbe che di donne filosofe, avvocate, mediche (Si dice, mediche? No, e già questo è un indizio su cui riflettere!) ce ne sono state pochine, anche perché, persino se avessero completato gli studi adatti, non potevano poi in pratica accedere alla professione. E quand’anche le avessero ammesse nelle gilde e nelle confraternite, nei secoli passati nessuno si sarebbe fatto ristrutturare casa da una donna architetto, o curare da una donna medico, o avrebbe affidato da gestire i suoi risparmi ad una donna banchiere. Visto che tutte queste attività erano precluse a priori, ecco, quando potevano facevano le letterate: pure qui, spesso e volentieri, se qualche magnanimo maschietto le incoraggiava e le pubblicava nonostante le donne letterate siano notoriamente delle scassacazzi, perché, pure in letteratura, il ruolo principale che poteva essere ricoperto dalla donna era quello della musa, preferibilmente zitta. Quanto ai premi Nobel scientifici, dato che l’ambiente è ancora prevalentemente maschile – per i motivi spiegati sopra – non stupisce che anche i Nobel assegnati a donne siano meno. Però, oltre alla Montalcini, ricordati di Marie Curie: tra l’altro ne prese due, e di cui solo mezzo era in coppia con un uomo.

Ma per Libertyfirst tutte queste sono frigni da femminucce: lo sa lui perché le donne e la cultura non quagliano proprio:


Eppure sono convinto che, anche se eliminassimo ogni tipo di asimmetria sociale e giuridica, rimarrebbe il fatto che l’arte, la filosofia e la scienza saranno appannaggio degli uomini, e non c’è nulla di sociologico che possa spiegare tutto ciò, visto che già ora dovremmo stare, dopo decenni di parità, prossimi al fifty-fifty.
Questo perché la ragione è psicologica. Le donne non hanno bisogno delle pippe mentali per sentirsi realizzate: l’arte, la filosofia e la scienza sono passatempi con grandi conseguenze secondarie, come ad esempio la teoria della relatività o la fenomenologia husserliana o la Cappella Sistina. Le donne si fanno le seghe mentali solo quando arrivano senza marito e senza figli oltre i trent’anni di vita, mentre per tutto il resto non si metteranno mai a spendere le ore riflettendo sulle equazioni di Maxwell, sulle sinfonie di Beethoven e sulla maieutica socratica.

O cazzo! Siccome io, che ho pure passato i trent’anni, è una vita che spendo ore sulle sinfonie di Beethoven e la maieutica socratica – nonché sulle cause della Guerra del Peloponneso, sull’aoristo passivo e altre bazzecole, divertendomici un mondo – mentre non me ne ho mai passata mezza a rammaricarmi di non aver marito o figli, sarò mica un uomo? No, sono solo una sfigata che non ha trovato da sposarsi: perché Libertyfirst, in merito, ha una incrollabile certezza: Superati i trent’anni, arrivano quasi sempre mariti e figli, le donne si sentono realizzate e hanno qualcos’altro a cui pensare. Già, appagato l’utero, il cervello può anche smettere di funzionare. Una donna mica è un essere umano, dotato di aspirazioni, sogni, gusti propri: è di fondo una incubatrice, quando finalmente ha incubato che altro può volere dalla vita? Quando è madre, smette tutto il resto: che senso ha per lei continuare a pensare?

Per gli uomini, invece, la cosa è completamente diversa:

Un uomo può ovviamente essere felice di avere una moglie e di giocare coi figli, ma questo non rimuove del tutto l’inquietudine, né appaga del tutto l’ambizione: soprattutto, credo, la paternità è qualcosa di molto meno intenso della maternità, anche se su questo non ci posso giurare perché non ho figli. Il risultato è che gli uomini per sentirsi realizzati continueranno a pensare ai massimi sistemi in cerca di un posto nella Storia. Il risultato non voluto di questa evidente nevrosi e di questi complicatissimi passatempi è il progresso culturale dell’umanità, che è e rimarrà per sempre, probabilmente, appannaggio quasi esclusivo degli uomini.

Se poi qualcuna si intestardisce a volersi occupare di campi maschili, be’, è chiaro che è ‘na matta:

Nel campo della letteratura i rapporti, come dicevo, sono più equilibrati, però bisogna considerare che Jane Austen era zitella, Virginia Woolf e Katherine Mansfield erano depresse, e che Oriana Fallaci fosse un bel po’ strana ci vuole poco a convincersene: le donne che si occupano di letteratura cercano cose che la maternità dà spontaneamente alle altre donne.

Oddio, non mi pare che i grandi letterati si segnalassero manco loro per essere degli allegroni, ma un maschio triste è un genio tormentato, una donna tormentata è semplicemente isterica perché non ha avuto un figlio, si sa. Ma dato che dirlo così sarebbe proprio poco cortese, ecco che Libertyfirst chiude con un bel baciamano alle signore:

Insomma, il mio consiglio alle donne è di non diventare come gli uomini, che hanno inventato la cultura umana solo perché si annoiavano e non sapevano come essere soddisfatti e felici.


Già che noi donne, ringraziando Iddio, abbiamo un utero, per carità non cerchiamo di usare il cervello, poi ci vengono pure le rughe sulla fronte e allora chi ci sposa più?

Per chiudere in bellezza, però, c’è una chicca:

Ora mi interrogherò su quanto veramente io creda in quello che ho appena scritto.

PS Ovviamente, qualsiasi tipo di discriminazione giuridica è del tutto indifendibile. Più o meno come certe teorie femministe (ho in mente un paio di articoli di “teoria femminista delle relazioni internazionali” letti un paio d’anni fa).

Non si rende nemmeno conto che, con una simile mentalità, l’uguaglianza giuridica è un patetico guscio vuoto che serve solo a lavare le coscienze: hai appena teorizzato che non possiamo contribuire alla civiltà, che non ci deve nemmeno interessare perché l’unico compito per noi appagante è la riproduzione, che, in buona sostanza, non siamo neppure dei veri e compiuti esseri umani, e poi mi vieni a dire che però ti riconosci “giuridicamente” pari a me? E che vuol dire, di grazia? Dimmi apertamente che sono una razza inferiore, almeno apprezzerò la brutale sincerità.

Mah, non si sa davvero cosa replicare, di fronte a post come questo: ma non come donna, proprio come essere umano. Mi chiedo se Libertyfirst pubblicherebbe un post simile sostituendo però il termine “donna” con quello di una qualsiasi etnia (chessò: Navajo, Afroamericani, Cinesi): le argomentazioni potrebbero non essere neppure ritoccate – sono perfettamente adattabili – ma credo che lui non si sognerebbe mai e poi mai di pubblicare l’articolo senza avere il sospetto di essere gratuitamente offensivo e apertamente razzista. Con noi donne, invece, non lo sfiora neppure il dubbio: se leggete i commenti, ci scherza persino sopra, lasciando sempre intendere che se qualcuna di noi si offenderà è perché è una femminista, naturalmente isterica.

Stia tranquillo, benché non sia femminista, non mi incazzo neppure io: a questo punto, confesso, me ne manca del tutto la forza.

91 Comments

  1. Una teoria vuole che l’Odissea sia opera di una donna. Molti passaggi dell’opera mi fanno pensare che la teoria sia abbastanza plausibile.

    Qualcuno dovrebbe pensare che dall’epitaffio di Claudia (132-122 a.C) è passato parecchio tempo:

    Epitaffio di Claudia

    HOSPES QUOD DEICO PAULLUM EST: ASTA AC PELLEGE.
    HEIC EST SEPULCRUM HAU PULCRUM PULCRAI FEMINAE
    NOMEN PARENTES NOMINARUNT CLAUDIAM.
    SUOM MAREITUM CORDE DEILEXIT SOUO.
    GNATOS DUOS CREAVIT. HORUNC ALTERUM
    IN TERRA LINQUIT, ALIUM SUB TERRA LOCAT.
    SERMONE LEPIDO, TUM AUTEM INCESSU COMMODO.
    DOMUM SERVAVIT, LANAM FECIT. DIXI. ABEI.

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  2. Ammettilo.
    Non sopporti i libertini, ma al glamour sensuale e un po’ depravato dei libertari non riesci proprio a resistere.
    Li attiri come mosche e te li vai a cercare in ogni dove. 😉

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  3. @->Topometallo: Forse dovevo lasciar perdere, non meritava risposta. Però, a furia di non rispondere, poi finisce che ‘ste cose passano. Deprimente.

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  4. quoto “a furia di non rispondere, poi finisce che ’ste cose passano.”

    Ma un maschio ( un uomo?) crea una teoria come questa per eccesso o per mancanza di sesso ludico?
    Vai a sapere…

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  5. Ecco Galatea, vedi come funziona? Uno si sbraccia a ragionare, riflettere, parlare, tentare di spiegarsi e costruirsi una teoria del fare la strada insieme con corpo e cervello, e poi salta sempre fuori qualcuno che riporta tutto il discorso indietro di trent’anni e ovviamente non c’è da aspettarsi altro che i blocchi monolitici e non comunicanti si ricostituiscano d’un botto. Avanti così, che il futuro è luminoso.

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  6. bè, adesso mi è chiaro che uno dei “complicatissimi passatempi” di un Calderoli “è il progresso culturale dell’umanità”… ecco perchè certe cose non arrivo a capirle… sono io che le semplifico troppo… 😛

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  7. Ho scovato, in giro per il web, un articolo (firmato da una donna), che mi ha incuriosito.

    Ne riporto una parte, sperando possa essere utile per la discussione:

    (omissis) … Ho cominciato così a interrogarmi sulla mascolinità e i suoi valori, su quello che è un uomo effettivamente. E non corrisponde a mio avviso a tutto ciò che si legge nelle rubriche e nei giornali dove viene svalutato e attaccato. Per nulla.
    Da quel momento mi si è tolto il velo di Maya e ho visto tutta la realtà con altri occhi, perciò quanto i ragazzi in realtà fossero imbavagliati, quanto le ragazze sfoggino superiorità a destra e a manca (salvo poi scimmiottare comportamenti maschili alquanto esecrabili come bestemmiare e ubriacarsi all’impossibile: atteggiamento che onestamente non ho mai condiviso), si ritengano tanto brave, fedeli, e intelligenti (ovvio che il più delle volte sono proprio loro a fare le corna all’ignaro fidanzato e sono sempre giustificate; quanto all’intelligenza… non che manchi ma non emerge da altri discorsi) e nonostante si ritengano moderne ed emancipate, molte considerano il fidanzato uno status symbol con annessi e connessi.
    Ho realizzato inoltre quanto il femminismo abbia così rovinato la società, anziché rivendicare dei diritti giusti modificando la relazione tra i sessi, ha inutilmente imitato il maschilismo estremo, annullando i valori maschili (che non sono stati ridimensionati e messi in discussione, ma proprio annientati) e la paternità.
    M’infastidisce molto vedere i ragazzi e gli uomini non rispettati o continuamente derisi e ancor di più mi urtano tutti quei romanzi insulsi, dove si propone l’addestramento del maschio o la “mammizzazione” del padre. La prima cosa che ho pensato di fronte ai sempre più frequenti casi di bullismo è stata l’abolizione della figura paterna. Mentre tutti danno la colpa alle famiglie, alle madri, alla scuola, io ho osato dare la colpa all’assenza della figura paterna. (omissis)…

    Michela Mazzon – Luglio 2008

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  8. Complimenti per la pazienza, bisognava rispondere.
    mi ha stupito il post che segnali, gratta gratta salta fuori che se manca il materiale umano, per capire la libertà, tutte le teorizzazioni liberqualcosa che uno ci può metter sopra servono a nulla…

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  9. A leggere le elucubrazioni mentali di questo Libertyfirst gli uomini non ci escono molto bene, si rivelano per lo più esseri paranoici con una sorta di invidia dell’utero nemmeno tanto nascosta.

    Sono un po’ dubbioso comunque sul fatto che siano state le grandi teorie a far progredire l’umanità, visto che spesso sono state appannaggio di una ristretta cerchia di persone, mentre la donna in generale ha quasi sempre avuto la predominanza sulla vita quotidiana che, fin dall’infanzia, influenza tutti i nostri approcci mentali.

    Da sottolineare inoltre, ed è per questo che apprezzo il post di Galatea, che il fatto di non aver lasciato molte tracce tangibili nella Storia non significa che non ci sia stata partecipazione femminile al progresso intellettuale.

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  10. @Area
    l’ emancipazione delle donne è un terremoto, mi sembra inevitabile che crei squilibri ed eccessi vari.
    Ci vorrà qualche generazione perchè si trovi un relativo equilibrio.

    Ovviamente certe conseguenze sono permanenti: se la donna può stare senza uomo e viceversa senza fare voti di povertà e/o castità, è normale che molti sceglieranno di star soli e molti altri vi saranno costretti dalla scarsa disponibilità di partner. A meno che si passi ad improbabili matrimoni poliandrici o poligamici.O che la volontà di accasarsi o meno sia simmetrica.

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  11. “salvo poi scimmiottare comportamenti maschili alquanto esecrabili come bestemmiare e ubriacarsi all’impossibile”

    Perdindirindina, è proprio un comportamento esecrabile, già fa specie vedere un uomo abbrutito da vino e spiriti vari; mi si rizzano i peli quando certe signorine, anche di buona famiglia, si aggirano in evidente stato di ebbrezza imprecando come dei carrettieri e bestemmiando nomineddio.

    Alcool e bestemmie = il segreto del miracolo del Nord-Est. Altro che spirito imprenditoriale e etica del lavoro. E viva le donne che bevono, fumano e porconano.

    Comunque secondo me non è giusto arrabbiarsi per una teoria, una speculazione. La maggior parte delle persone (comprese tante donne sedicenti femministe) considera dei dati di fatto delle semplificazioni non meno banali e offensive (per l’uno o l’altro sesso, e in genere a conti fatti per entrambi) di quelle del post di Libertyfirst, che stava solo pensando ad alta voce.

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  12. Anzitutto mi complimento con il sig. Cachorro per il nick. Red Cac(horro), potessi vantarmene, sarebbe molto meglio di red cac(afessi).

    Un breve monito (ma dal verbo moneo) a Galatea, che deve anzitutto sapere che non leggerò il sig. Primo Libertà perché troppo scontato lui, troppo pigro io. Tuttavia voi signore e signorine, soprattutto quelle che veleggiano tra i 30 e i 45-50, debbono tener conto di una novità sconvolgente.
    La presenza di tante immigrate dai più diversi angoli della terra (lo sono sudamericane, nigeriane, senegalesi, marocchine, tunisine, russe, ucraine, romene, filippine etc etc), spesso anche giovani e belle e disponibili anche per vecchi e brutti non potrà non incidere nei loro comportamenti. Capisco che è triste aver fatto, almeno sulla carta, ma non solo, qualche conquista e vedersela vanificata così in un decennio. Non dico “triste” ironicamente. Se il fenomeno si verificasse a sessi invertiti io stesso, nonostante la gran parte della mia vita sessualmente attiva sia stata vissuta, sarei molto preoccupato (se poi, anche più giovane, avessi le chances di chi so io sarei addirittura disperato).
    Ma è la storia, e non credo che siate disposte a diventare tutte leghiste. Un po’ razziste sì, lo state diventando (“state” è generalizzante, non mi riferisco ovviamente a Lei, Galatea: non ricordo di aver percepito sul suo blog anche solo sfumature di questo tipo, facili da cogliere invece su tanti blog femminili, ormai), ma ancora non avere realizzato quale catastrofe si stia abbattendo su di voi (come genere). In Portogallo, dove gli arrivi dal Brasile sono facilissimi, già lo sanno. Comunque siccome non del tutto o non sempre a torto le sig.re sostengono del mascho in genere quel che si diceva degli Stati Uniti d’America sotto Bush (gouvernés par un gland), il fenomeno è da prendere in seria considerazione, e i dibattiti innescati da gente come il sigg. Libertà sono già stantii appena deposti qui sui buchetti, dove non è stata ancora percepito questo mutamento epocale.
    Sarà allora chiaro definitivamente e a tutti come la società multiculturale (non lo dico io ora, lo diceva il prof. Sartori 8 anni fa) sia una funesta utopia.

    p.s.
    A livello personale, e teorico, personalmente non ho nulla da perderci, e dovrei sposare le posizioni di Fini. Dico quelle di Fini, perché dal PD escono ormai soltanto confuse parole, come da certi versi di Baudelaire, che non ne vogliono proprio sapere di trasformarsi in foreste di simboli, ma restano selve di cazzate.

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  13. Potrei obiettare più o meno ogni punto del tuo commento, però parto dalla fine e ti chiedo: in che modo gli immigrati sud-americani ed est-europei paventano una società MULTICULTURALE?
    Quali sarebbero i valori culturali alieni che portano nella nostra società?
    Il merengue? Il goulasch?

    La solita ipocrisia di dire: sì alla società multietnica, no alla società multiculturale, raggiunge vertici di surrealismo.
    Ma poi: una società in cui ci siano persone cattoliche, protestanti ed ebree (come la Germania, la Francia, l’Inghilterra e l’Italia) non è di per se MULTICULTURALE?

    Ma soprattutto: hai mai pensato al fatto che la maggior parte degli immigrati (un buon 70%, mi pare) sono MASCHI? Peraltro giovani, piacenti e disponibili? Cosa ti dice questo?

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  14. Cachorro quente è la traduzione in portoghese di hot dog. I cachorros quentes, però, sono molto più buoni perché, tradizionalmente, vengono cucinati in una salsa fatta con peperoni, sugo di pomodoro, peperoncino rosso “pimentel” e qualche altro ingrediente che dona loro un sapore del tutto particolare e molto diverso dal semplice wurstel con la senape.

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  15. Tengo a presisare che ho riportato un discorso, non mio, per porre l’accento sopra una particolarità del problema, che qualcuno, in un altro post, ha definito “femminocentrismo”.
    “Le donne sono speciali; le donne sono più intuitive; le donne sono più altruiste (?); le donne sono più… donne.”
    Il discorso diventa pericoloso, per le donne, perché dire che sono speciali equivale a dire che non sono uguali.
    Dire che non sono uguali è come dire che sono o superiori o inferiori.
    Provate ad immaginare dove andrà a parare il ragionamento, una volta conclusa la parabola (soprattutto con la crisi economica in arrivo).

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  16. Signor Cachorro, delle cui traduzioni dal portoghese non ho alcun bisogno, quel che scrive mi dice che Lei non è molto astuto. Perché non si è dato un altro nick, che so, raposa cornuda?
    Faccia un favore: così come Totò esortava il commissario ex compagno di scuola ad andare in giro a contare i fessi, Lei veda un po’ quante sono le italiche che si mettono con un ucraino, tanto per fare un esempio, e quanto le ucraine che si mettono con un italiano.
    Si lasci servire: il commissario l’avrebbe contata subito.
    Mi rifiuto di darLe lezioni sul significato di multiculturale. Si tenga stretto quel poco sapere che possiede: non credo sia impresa ardua.

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  17. @->Area: Concordo abbastanza con te. Non ho mai amato molto questa tendenza implicita nel mondo femminile (non nel femminismo, è una cosa più generalizzata) che tende a immaginare noi donne come sempre e comunque “superiori” al maschio, perché più sensibili, perché più intuitive, etc. etc. etc. Personalmente la trovo, come direbbe Montalbano, una grannissima strunzata. Inolte sospetto che anche queste tendenze “naturali” nelle donne siano in realtà portati molto culturali: se per secoli non puoi far altro che strare in casa a roderti sulla tua interiorità e affinare la sensibilità e l’emotività perché non hai sbocchi al di fuori, probabilmente impari culturalmente ad essere più “sensibile” ed introspettiva. Se devo essere sincera, io preferirei un mondo dove si viene giudicati, molto semplicemente, come esseri umani: ognuno perciò con il suo peculiare carattere e la sua storia, e ognuno come caso a sè, pertanto.
    Gli uomini sì, in questo periodo li vedo, stavolta sì in generale, parecchio scombussolati, e li posso anche capire: pure loro in una trentina d’anni si sono visti rovesciare ruoli che tenevano da secoli. I Paolo Barnard, i Liberty First mi sembrano frutti di questo spaesamento. Quello che mi fa un po’ fastidio è che spesso gli uomini si lamentano che noi donne abbiamo imposto loro delle regole (diventare “mammo”, dividere i lavori in casa, la “parità” che alcuni non hanno proprio evidentemente digerita) e loro le hanno subite passivamente, salvo poi uscirsene con recriminazioni astiose, o mettersi con le immigrate perché queste garantiscono un rapporto di tipo più “tradizionale” – già, poverette: mica perché le vogliano, magari, solo perché hanno meno capacità di contrattazione…- Mi chiedo, però: posto che ormai lo scenario è cambiato, e il modello “mammo” (faccio per dire) non vi piace e piace pochetto anche a noi, voi cosa proponete in alternativa? Solo questi paleomaschilisti? Perchè, onestamente, con tuttta la buona volontà, noi donne abbiamo ragionato sulla condizione femminile, male o bene, e abbiamo individuato cosa non ci andava. Però ora pure voi dovreste dirci qualcosa, non solo accettare passivamente le regole che vogliamo noi o chiudervi a riccio tentando semplicemente di restaurare il passato, riportandoci ai bei tempi in cui eravamo inferiori punto e basta.

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  18. Guarda che, comunque, soltanto le donne della nobiltà e dell’alta borghesia rimanevano chiuse in casa. Le popolane uscivano in continuazione per tutte le loro faccende (coltivare orti, pascolare bestie, attingere acqua, comprare e vendere in mercati anche molto distanti, compiere epici pellegrinaggi ecc.). Le donne di queste parti lasciavano i mariti davanti al telaio, per recarsi a vendere i tessuti prodotti nel mercato di Foggia (oltre mille Km di distanza).

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  19. … le popolane, soprattutto, non portavano le fastidiosissime culottes sotto i loro gonnoni. Saggia abitudine che, a mio avviso, andrebbe oggi recuperata nell’ambito della valorizzazione degli usi, costumi e tradizioni più autentiche delle nostre terre. ;-D

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  20. ah, come mi sarebbe piaciuto leggere questo post e farmi una opinione al riguardo. magari partecipare al dibattito, anche. purtroppo il grigetto mimetico corsivo minuscolo (nel senso di microscopico) è al di là delle possibilità dei miei stanchi occhi. aspetto il prossimo.

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  21. Galatea negli ultimi tempi credo che tu stia partendo un po’ troppo in quarta (come si dice dalle mie parti). Se posso farti una critica forse prima di fare un post con attacchi così feroci dovresti conoscere bene chi le ha scritte quelle cose. Libertyfirst lo conosco bene ed è una bravissima persona/blogger. Lui stava cercando di ragionare sul fatto oggettivo che nell’arte, nella letteratura e politica le donne sono in minoranza. Ed è un ragionamento che fanno tutti gli uomini e che ho fatto anch’io con alcune amiche, senza tutta questa rabbia che dimostri nel post. E le conclusioni possono essere varie. Ti sei un po’ inacidita negli ultimi tempi eh 😉

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  22. Quoto fabristol.
    In effetti tutto questo livore nei confronti del genere maschile, che traspare evidente qui ed in altri post, è un punto debole su cui dovresti un po’ lavorare, imho.
    Una possibile soluzione, per una liberale quale dichiari di essere, potrebbe essere quella di proporsi come special guest di questo simpatico prossimo rendez-vous.
    Oltre all’opportunità di approfondire alcune tematiche di indubbio interesse, potrebbe anche esserci l’occasione di quel classico colpo di fulmine tale da farti riconsiderare seriamente la rigidità di talune posizioni sesso-ludiche.
    Insomma, aprirsi a nuove intriganti esperienze, ampliare i propri orizzonti politici e culturali e guardare poi il mondo di Galatea con rinnovata rilassatezza, con occhi finalmente nuovi e diversi, eh. 😀

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  23. Beh, forse la teoria del talento “minoritario” delle donne bisognerebbe spiegarla a tutte quelle “non allineate”, intelligenti purtroppo troppo, libertarie (loro sì, molto) indipendenti e assai mal viste signore che la Storia ha preso a calci nel vezzoso sederino perché volevano fare quello che comodava loro, equiparandosi scioccamente al Maschio, spesso non entusiaste di essere meramente un utero che passava di proprietà da padre a padrone (per carità, le popolane magari erano davvero più spensierate delle nobilotte, si sa che la miseria presenta scarsissimi ma concreti vantaggi).
    La Storia omette di quantificare le persecuzioni, le torture e gli omicidi subiti dalle donne, il tutto garantito da leggi e religioni, che necessitando di galline ovaiole, ovviamente tengono ben chiuse le porte del pollaio.
    Sull’essere il blogger Libertyfirst una bravissima persona mi sembra pacifico che qui nessuno lo metta in discussione, e ci mancherebbe.
    Ma intuendo il suo amore per la libertà, e io stessa amandola, lo inviterei a sentire un po’ sulla sua pelle di maschio il potente frisson che le sue scanzonate parole hanno innescato.
    Per favore, mettiti nei nostri panni per un attimo, anche se ti sembra impossibile o non ti piace, e pensa che scarso occhio di riguardo i secoli passati ci hanno tributato. Se intentassimo causa, sareste sul lastrico.;)

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  24. Invidio Cachorro per quello che ha ricevuto la settimana scorsa dalla Marcuzzi su Italia 1.
    Lo sapete che cercando con Google “marcuzzi wurstel” salta fuori una parolaccia? Non è “sesso orale” e neppure “parentesi rosa”, ma quasi. Siamo un popolo volgare, ma gaudente!

    Ada Lovelace (sembra il nome di una pornostar!) è l’eccezione che conferma la regola. Da “fesso scientista” aggiungo al post di Galatea il fatto che la moderna razza umana è stata ieri (e pure l’altro ieri) un manipolo fantozziano di cacciatori-raccoglitori.

    Guida tascabile ai “Cacciatori/raccoglitori”. Chi sono, come riconoscerli e cucinarli.
    La mattina presto gli uomini andavano a caccia e le donne partivano per la raccolta. Evito fraintendimenti specificando che gli uomini non andavano a caccia di altre donne, o a importunare quelle dei villaggi vicini: purtroppo cacciavano animali (spesso cuccioli di foca per dimostrare la loro cattiveria). La loro natura nomade era costretta al vagabondaggio perché una zona limitata, dopo una settimana di caccia e raccolta, era ridotta una chiavica, tipo lo stadio di San Siro dopo il concerto degli U2. Quindi occorreva disfare le tende e andare a rompere le balle altrove. Non confondiamo “nomade” con “zingaro”, perché i violini non erano ancora stati inventati e le gonne lunghe a fiori erano considerate fuori moda.
    Non era facile cacciare animali. Una teoria suggerisce che i vegetariani fossero dispensati dall’obbligo, ipotesi smontata dal fatto che gli uomini del mesozoico erano un po’ rozzi, ma non abbastanza fessi da lasciare l’harem in mano a quattro hippy. Tutti andavano a cacciare, spesso a calci nel sedere come dimostrano reperti ossei rinvenuti recentemente. Per favore, non entriamo nei dettagli.
    Cacciare tutto il giorno, sotto il sole o scivolando come idioti su un ghiacciaio, senza lettore mp3, pestando di continuo escrementi di zebra, era poco soddisfacente. Immaginiamo che 1) uccidere animali era un gesto sporco e crudele 2) fra uomini, dopo il calcio e le figa, gli argomenti di conversazione presto latitavano 3) bisognava assolutamente ricordarsi di mettere le pattine rientrando a casa 4) non c’erano i sindacati a proteggere gli sfortunati dalla mira farlocca. In attesa della gazzella in transito (quadrupede, non auto della polizia) nacquero i primi circoli gay, con gioia di grandi e piccini.
    Le donne raccoglievano. Cosa? Il vostro pensiero corre a giovani scollate, chinate a prendere da terra piccoli semi, mostrando autoreggenti da urlo e, in seconda serata, sederotti sodi e rotondi. Purtroppo la verità risiede altrove, lo sanno bene gli amanti del camping che dimenticano a casa la carta di credito. Esse raccoglievano frutta dai cespugli, da alberi bassi o alti. Le pere (vegetali, non tette) degli arbusti più elevati si raggiungevano usando la tecnica del “cavacecio” (a cavalcioni sulle spalle), tecnica che portò anch’essa alla fondazione di circoli gay. Però tornare al villaggio, camminando per chilometri, con un terribile male al buco del sedere non si poteva confrontare col gustoso atto di rotolare nell’erba fresca al rallentatore. Da qui il triste attrito fra omosessuali maschi e femmine, stemperato subito dalla nascita dei gay pride.
    Tanto per dire che stiamo a litigare da giorni fra uomini e donne, ma sti accidenti di ricchioni risolvono tutto in un attimo. E diamogli un nobel!
    Tornando a bomba, anzi concludendo brevemente che sono un po’ cotto, millenni di caccia e raccolta hanno differenziato la nostra mente. Dico “cervello” e non “sinapsi” altrimenti vengo sommerso da link!
    Insomma siamo un po’ diversi, ma non cadiamo nel ridicolo scrivendo che gli uomini sono meglio delle donne, o viceversa, almeno per rispetto. Rispetto verso coloro che vanno in bianco ogni maledetto sabato sera, che sembra un film fra Ogni maledetta domenica e La febbre del sabato sera, insomma quello sparuto gruppo individui che regge al 99% questo accidente di blog.

    Stupito nell’aver scritto “sparuto” senza conoscerne l’esatto significato, finiamola qui. Facciamo pace e andiamo, tenendoci per mano, a bruciare qualche strega. Però, cazzo, portate i fiammiferi!

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  25. Resto sempre un pò basita dalle discussioni che si intrecciano quando si parla di differenza di genere. Sopratutto resto basita dai commenti di quel genere a cui va l’appannaggio della sovranità culturale che guarda caso quasi sempre si sente defraudato di qualcosa se oggetto di critiche e sopratutto le interpreta come finta misogenia femminile (una cosa tipo la volpe e l’uva).
    Tanto per completare il quadro ho discusso per molto tempo con un amico che sosteneva che la superiorità culturale maschile si poteva comprendere bene quando si notava che anche nella poesia (sottospecie culturale) le donne non avevano il predominio (in effetti saremmo solo il 20% rispetto agli uomini). La questione è che nemmeno nella poesia, arte veramente improduttiva, molto vicina all’inconsistenza femminile, nemmeno qui,noi donne ce la possiamo fare. Ahi povere noi, come siamo prese male.
    Beh io sono una realizzata madre (insomma ho preso le mie rivincite uterine) dovrei essere soddisfatta della vita anche perchè plurisposata e malgrado l’età in piena soddisfazione amorosa, ma mi ritengo personalmente defraudata dei miei diritti nell’ambito culturale, famigliare e lavorativo dove non ho potuto accedere alle stesse opportunità di un maschietto.
    Non grido vendetta ovvio, certe affermazioni mi fanno sorridere e qualche volta ridere di gusto, ma è inutile parlare di quote rosa in tutti gli ambiti delle opportunità umane, sarebbe il caso di imparare ad educare femmine e maschi alla stessa scuola di vita e far passare almeno un secolo di pari opportunità (Carfagna permettendo!)
    Ohibò me ne accorgo solo ora, forse forse questa società non premia il migliore, tanto meno se femmina, Carfagna docet. Ma tant’è….
    Un saluto sottoculturato
    Ross

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  26. @ Ross
    Stilare classifiche è delicato, lo sa bene chi fa statistica. Se affermiamo che ci sono più poeti che poetesse la risposta non è che le donne sono inferiori, ma che gli uomini hanno avuto nei secoli più tempo per dedicarsi alla letteratura. Il tutto crolla quando si passa a considerare la qualità e non solo la quantità: chi ha scritto le poesie più belle? È una domanda difficile, forse tutte le risposte diventano opinabili, ma quando si inizia un lavoro va portato a termine nella sua interezza. Almeno così lo metti nel sedere al tuo amico.

    Una curiosità personale: sei plurisposata o pluri-ri-sposata. Se hai un harem mi propongo di farne parte, sono un ottimo concubino. Inoltre recito da dio Joyce e Saffo, al caldo sotto il piumone.

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  27. @->Fabristoll e Frap: Ragazzi, facciamo un esercizio mentale: provate a pensare per un attimo, un attimo solo di essere voi due donzelle.Non dovete cambiare una fibra di quello che siete: pensate alla stessa maniera, avete alle spalle lo stesso curriculum di studi, fate il lavoro che state facendo ora, solo immaginate che siete donne. Aprite il web e leggete un bel post come quello di Libertyfirst, in cui, in buona sostanza, vi si dice che la massima realizzazione vostra sta nel mettere al mondo pupi e sposarvi: tutto il resto, quello che voi considerate la “vostra” vita, cioè il lavoro, i vostri interessi, i vostri desideri, in realtà sono solo un grazioso passatempo che tenete finché non vi sposate e riproducete, oppure che tenete se non riuscite a sposarvi e riprodurvi. Anzi, guarda, ve la rendo più facile ancora: aprite il mio blog e trovate un post in cui dico che gli uomini, in buona sostanza, servono solo in quanto padri della prole: tutto il resto non conta un beneamato e gli riesce pure male, tanto che sarebbe opportuno, per i maschietti, dedicarsi appunto solo a quello, a mettere al mondo prole, e lasciar perdere altra attività. Non vi incazzereste?
    Allora, io sono un individuo, e pretendo di essere trattata con il rispetto che ciò prevede. Se leggo dei post come questo di Libertyfirst, con tutto che lo credo una persona intelligente (veramente ancor più se lo credo una persona intelligente: che possa scrivere cose del genere persino per scherzo mi lascia basita: vuol dire che lo scarso rispetto per le donne è così diffuso, ormai, che persino chi normalmente sa usare il cervello non si accorge di esserne pieno!) mi spiace, mi incazzo. Non come donna, come essere umano. Mi stupisce che non vi incazziate anche voi, invece di desumere che io sono diventata “acida”. Acida? Una si becca un simile cazzotto in faccia e voi, invece di additare chi l’ha menata, state lì a dirle: “Si vabbe’, ma adesso non ti pare di esagerare a piangere tanto? Rilassati, dai, è solo un pugno, e chi te lo ha dato è di solito una persona per bene, non vorrai mica additarlo come violento, insomma, piantala di frignare, non vedi che diventi lagnosa e sei troppo rancorosa?”
    PS. Se l’esercizio mentale non basta, provate a sostituire il “donna” con “ebreo” o “negro”: le motivazioni usate nel post sono le stesse che hanno per secoli giustificato la teoria della inferiorità delle altre “razze”. Vi fa ancora così ridere, rileggendola, o viene su un rigurgito di acidità pure a voi?

    PS2 @->Frap: Grazie per l’invito. Credo che avrei qualche problema organizzativo, non ultimo il fatto che il sabato lavoro. Però “per la liberale che dichiari di essere”…Oddio, veramente mai dichiarato una cosa del genere: ho solo un grande amore per la libertà. 🙂

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  28. PS3@->Frap: Poi, faccio presente, sono una donna. Magari parlate di politica, di libri, di poesia…mentre io sono interessata solo a trovar marito per poi riprodurmi e raggiungere così la completa felicità concessa al mio genere…;-)

    @->orsopio: MI spiace, non ho ancora ben capito come funziona il sistema per mettere le citazioni in wordpress. Però se segui il link puoi leggere il post in tutta la sua sfavillante completezza. 🙂

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  29. bah, ma il fatto che le università fossero, per ragioni culturali ataviche, appannaggio soprattutto degli uomini, non conta nulla?

    e che oggi gli uomini preferiscano fare gli immobiliaristi invece dei biologi, ad esempio, c’entra qualcosa?

    non so, a questo punto si potrebbe fare un ragionamento sul perchè gli africani abbiano lasciato poco rispetto agli europei alla storia.

    forse ho una deformazione professionale, ma quando si osservano dei risultati scientifici come valori puri si ha l’obbligo di “normalizzarli” perchè siano accettabili dal punto di vista statistico.

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  30. Galatea sono una persona diretta e non faccio giri di parole e questo mi costerà la tua rabbia. Confido nel fatto che sei una persona ragionevole e che non hai (spero) pregiudizi su di me.
    Per prima cosa credo che tu prenda certi argomenti in modo troppo personale. Libertyfirst non ha detto che tu non sei capace di scrivere una poesia e che hai l’utero in fibrillazione. Ha detto che il fatto che ci siano poche donne nelle arti, scienze possa essere dato dal fatto che le donne hanno il fardello della riproduzione. Tra l’altro era comunemente accettato dai gruppi femministi nelgi anni 70 le quali denunciavano il fatto che non potevano essere uguali agli uomini fintanto che avevano il fardello della riproduzione che oggettivamente taglia la carriera e le ambizioni di molte donne. Quante colleghe ho visto lasciar perdere la carriera a causa di quel desiderio lì…
    Secondo, io non so in quale mondo tu viva ma quello in cui ho vissuto e vivo io è deprimente dal punto di vista femminile. Sarà la realtà sarda e cagliaritana (e su questo potremmo parlarne approfonditamente; il retaggio di ignoranza pastorale continua a ripercuotersi anche oggi) ma nella mia vita ho incontrato davvero poche (forse solo due) donne le cui ambizioni fossero altre rispetto al matrimonio, il vestito da sposa e i bambini. E questo fin dal liceo, passando per l’università e vari laboratori in giro per l’europa. Quando tra amici o a scuola si parla di grandi sistemi, di politica, perfino di fisica e astronomia ecc. gli interventi femminili sono rari se non inesistenti. E in breve il gruppo femminile si isola ed incomincia a parlare di come sono vestite o pettinate, di shopping e ovviamente di bambini e matrimonio (“Ah Pinca pallina ha avuto un pupo, che carino!” “E tu?”). Più volte noi ragazzi venivamo apostrofati come noiosi perché parlavamo di attualità e di politica. Parlo di persone laureate o laureande non di ragazzine il cui sogno è diventare velina.
    All’università avevo rinunciato a chiedere alle colleghe quali fossero i loro sogni accademici. Immagina questa scena il primo anno: io eccitatissimo dal fatto che ci fossero così tante ragazze interessate alla scienza. una rarità! Devono essere sicuramente interessanti! Vai a chiedere cosa vogliono fare in futuro e le risposte variano dal Boh al silenzio.
    Nessuna che ti dica: voglio fare la scienziata! Voglio diventare professoressa! Voglio fare ricerca!
    Competizione, progetto, futuro, carriera. Sarà il testosterone? Non lo so, ma spesso sono le donne aggressive (e senza figli) ad avere successo nella vita e a divetnare qualcuno.
    Sarà Cagliari e la sardegna ma le madri e le nonne qui spingono conitnuamente le figlie e le nipoti a pensare a trovarsi marito e a sfornare nipoti, mentre gli uomini vengono vezzeggiati per la loro carriera universitaria e lavorativa. Mentre crea scandalo un uomo che lascia gli studi universitari se lo fa una donna… La madre può sempre suggerire di buttarsi nel magico mondo delle parrucchiere o centraliniste. Quando facevo parte di un’associazione radicale locale a stento riuscivamo a trovare donne interessate alle nostre tematiche. Ai nostri banchetti, in cui parlavamo di fecondazione assistita, malattie degenerative, aborto ecc, si avvicinavano gli uomini e le donne si contavano sulle dita delle mani. Non parliamo poi delle iscritte all’associazione. Il picco massimo fu 2 su 30 e più iscritti uomini. I temi caldi di quel periodo avrebbero dovuto interessare l’universo femminile.
    Ebbene io sono cresciuto in questo mondo e per me è del tutto normale, anche se terribile, vivere e converire con l’altra metà della specie che si comporta in questo modo.
    Io credo che il problema non risieda solo in una questione ormonale ma nell’educazione che le stesse madri e nonne danno alle figlie. Quante volte ho visto le madri pettinare e truccare le bambine mentre i bambini giocavano a costruzioni lego e meccano, giochi fondamentali per lo sviluppo delle doti creative e di risoluzione dei problemi. Da tempo le neuroscienze considerano i giochi e i videogiochi come fondamentali nello sviluppo dell’intelligenza del bambino. Non pettinare bambole o misurarsi vestitini (come ho visto ahimè fare spinte dalle madri! Orrore!).
    Le mie coetanee si lamentavano del fatto che noi ragazzini giocassimo sempre coi videogiochi o che leggessimo i fumetti. LAMENTAVANO. Nel senso che consideravano quelle attività ricreative come negative. Capisci?
    Ah, ho parlato di queste cose con alcune di quelle poche donne che considero intellettualmente interessanti e piene di spirito di ricerca e, non ci crederai, ma condividevano il mio pensiero. Sarà che anche loro si sono trovate da sole in questo deserto femminile.

    Ora dopo tutto questo puoi scatenarti su di me.

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  31. @ Galatea: non sono completamente d’accordo. La teoria non dice che le donne sono inferiori, ma che trovando delle soddisfazioni che all’uomo sono precluse non devono sfogarsi nella letteratura, nella scienza o nella politica.
    Sottolineo che non sono d’accordo; o meglio, è una teoria che ha un fondo di verità, ma va leggermente ribaltata.

    L’uomo insoddisfatto (una famiglia in cui si sentiva soffocato, un lavoro che non gli piaceva) manda a fanculo tutti; la donna insoddisfatta si tiene i tre figli dell’uomo insoddisfatto e non ha il tempo materiale per scrivere “L’Ulisse” o per sviluppare la teoria dei quanti.

    Anche questa è ovviamente solo un’osservazione estemporanea, una goccia nell’oceano delle motivazioni psico-socio-economiche della disparità tra i sessi.

    Intendiamoci: capisco perfettamente le motivazioni della tua rabbia, specie se leggo interventi come quello di Red.Cac. che sogna un mondo di donne sudamericane e est-europee pronte a sollazzare l’uomo italiano con la loro femminilità old school (quando invece si tratta di ragazze che sperano di scappare alla povertà, e soffrono di nostalgia, si ammalano di depressione, disimparano la loro lingua senza integrarsi nella nostra società…).
    Però fossi in te non mi incazzerei con Libertyfirst che si fa delle domande con onestà intellettuale; dirigerei invece la mia furia, oltre che ovviamente verso i pietosissimi esponenti del vittimismo maschile (una categoria che aborro e che tutto sommato si infanga da sola), nei confronti di tutta quella corrente post-femminista (tipo Sex and the City, per intenderci) che rivendica i più vieti stereotipi sessisti rendendoli fighi e à la page.

    Io sono vecchio stile e non riesco ad abbandonare un’ottica paritaria. Ditemi una, UNA QUALSIASI differenza COSTANTE tra uomo e donna e io vi troverò un’eccezione (perchè ne basta una per far saltare la regola).

    Esistono donne fan di Star Trek, donne tifose di calcio compulsive, donne che buttano via gli amanti come kleenex, donne che aborrono i bambini, esistono donne che amano altre donne ed esistono pure donne che nascono con il pisello, e che ne passano di tutti i colori per farselo togliere.

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  32. “La teoria standard, per non dire politicamente corretta, sostiene che è per l’inferiorità giuridica dei NERI che ha impedito loro di contribuire maggiormente allo sviluppo della cultura umana, ma questa teoria secondo me non spiega perché le cose non sono cambiate repentinamente nell’ultimo secolo, nel momento in cui l’inferiorità giuridica è andata a farsi finalmente benedire e ormai anche gran parte della dipendenza economica è un ricordo del passato, visto che la maggior parte dei NERI anche della generazione precedente alla mia vanno all’università e lavorano.”

    Oppure

    “Il risultato non voluto di questa evidente nevrosi e di questi complicatissimi passatempi è il progresso culturale dell’umanità, che è e rimarrà per sempre, probabilmente, appannaggio quasi esclusivo dei BIANCHI.”

    Ho letto commenti simili in quasi tutti i forum razzisti che per studio ho frequentato.

    @ Fabristol e Frap: Libertyfirst sarà anche una persona intelligentissima ma questo post è sessista, non c’è molto altro da dire. Tutto il resto l’ha già espresso magnificamente Galatea. Aggiungo solo un’altra cosa, il discorso discrimatorio di Libertyfirst è tale due volte: discrimina le donne perché “naturalmente” incapaci di essere razionali e speculative; discrimina gli uomini perché “naturalmente” incapaci di avere cura ed empatia. Cristallizzare attraverso il processo culturale della naturalizzazione le caratteristiche di gruppi umani così ampii è una bestialità che conduce solo a robaccia quale il sessismo, il razzismo, e peggio discorrendo. Libertyfirst non ha scritto nulla di diverso da “Le donne a casa a sfornare marmocchi, gli uomini a conquistare il mondo!” L’avesse scritto così avreste avuto da ridire o no?

    Non è “simpatico” ciò che ha scritto Libertyfirst, non è neanche lusinghiero per le donne, né è arguto, è solo sessista. Un sessismo ben esposto e accuratamente velato, ma pur sempre sessismo.

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  33. Fabristol: mi permetti di essere diretto…? 😉
    Cazzo, che sfiga!
    Io sono napoletano e un tale deserto non l’ho mai visto (ho come l’impressione, tra l’altro, che siamo più o meno coetanei, anche tu del 1981?). All’università ho frequentato molte colleghe impegnatissime e politicamente appassionate, così dopo, conosco più di una donna che non vuole figli (una mi disse: “il mio ventre è un luogo inospitale!”) e molte altre che aspirano a fare carriera più che sposarsi e scodellare bimbi. Eppure hai appena dichiarato ciò che Galatea ha scritto nel suo post; confronta queste due frasi:

    [Galatea]
    “Eh già, è noto che quando la Legge dice che una cosa è riconosciuta, automaticamente la società si adegua. Scritto sulla Costituzione che uomini e donne sono giuridicamente uguali, bibidibobididbù l’uguaglianza è raggiunta, e la società archivia nel giro di un attimo non solo secolari pregiudizi, ma anche altrettanto secolari aspettative (aspettative che, per giunta, le donne in millenni hanno introiettato, fino ad assumerle come un destino fatale, anzi, peggio ancora: naturale).”

    [Fabristol]
    “Sarà Cagliari e la sardegna ma le madri e le nonne qui spingono conitnuamente le figlie e le nipoti a pensare a trovarsi marito e a sfornare nipoti, mentre gli uomini vengono vezzeggiati per la loro carriera universitaria e lavorativa. Mentre crea scandalo un uomo che lascia gli studi universitari se lo fa una donna… La madre può sempre suggerire di buttarsi nel magico mondo delle parrucchiere o centraliniste.
    […cut…]
    Io credo che il problema non risieda solo in una questione ormonale ma nell’educazione che le stesse madri e nonne danno alle figlie.”

    Ti sei risposto da solo e sei pervenuto alle medesime conclusioni: posta una differenza biologica inegabile: il genere, i ruoli specifici collegati, i comportamenti, gli interessi, ecc. sono socialmente, culturalmente e personalmente determinati.

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  34. @Gal-atea
    Pensavo si fosse capito come il mio commento fosse totalmente ironico… anche a seguito del mio commento numero due al post.
    Io non ho detto che sei “acida”, piuttosto che traspare un certo livore nei confronti del genere maschile, che è cosa leggermente diversa se permetti.

    Il post di ‘sto Libertyfirst, personalmente, lo considero un non raro ma brillante esempio di imbecillità maschile. Come faccia tu a crederlo/ritenerlo una persona intelligente come blogger a me rimane un tantino oscuro (ma io, per mia fortuna, ho il vantaggio di non conoscerlo).

    Detto fra noi, francamente, io non avrei speso cinque minuti del mio tempo nemmeno a commentarlo là (anche vista la chiosa vagamente ironica: “Ora mi interrogherò su quanto veramente io creda in quello che ho appena scritto.”)
    Tu hai scelto di fare una chilometrica “invettiva” invece di ricorrere all’arma dell’ironia e del sarcasmo, che imho funzionano sempre e decisamente meglio ed il cui uso ti viene bene, quando vuoi.
    In questo senso rilevo il livore di cui ho scritto sopra (tu stessa scrivi poi “mi spiace ma mi incazzo”).
    Ma ri-las-sa-ti e prendilo per il c*lo invece, no? 😉

    Se io trovassi sul tuo blog un post come quello che ipotizzi, giungerei a rapida conclusione:
    a) si è bevuta improvvisamente il cervello;
    b) ha scientemente deciso di scatenare un flame per questioni di rank;
    c) una combinazione pesata di a) e b).
    E mi divertirei in ogni caso a canzonarti.

    Per quanto riguarda il “liberale” riporto quanto scrivi in “Istruzioni per l’uso”: Se volete citare i testi, fate pure, basta che aggiungiate sempre il nome dell’autore o il link al sito: sono liberale ma vanitosa (da cui l’assunto…) 😉

    Infine di cosa parleranno alla “Liberty dinner” purtroppo non saprei dire (anche se lo immagino) e non sai il dolore intenso che mi provoca il non poterci essere.
    Che io sono un tipo curioso, anche se il masochismo non è tra le mie corde.
    Ma tu non puoi assolutamente mancare, eh.
    Che poi la serata ce la racconti qui e sai le risate che ci facciamo!! 😀


    P.S. Ma non è che tutto ciò è semplice tattica per raggiungere la Grazia o che invece ho proprio ragione io ed il glamour libertario ti produce inconsciamente lo stesso effetto di una zaffata ferormonica del commissario Montalbano?

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  35. “capisco perfettamente le motivazioni della tua rabbia, specie se leggo interventi come quello di Red.Cac. che sogna un mondo di donne sudamericane e est-europee pronte a sollazzare l’uomo italiano con la loro femminilità old school (quando invece si tratta di ragazze che sperano di scappare alla povertà, e soffrono di nostalgia, si ammalano di depressione, disimparano la loro lingua senza integrarsi nella nostra società…)”

    Sig. Cachorro, Le ho già suggerito di cambiare nick, ma evidentemente Lei non ne vuole sapere. Contento Lei.
    Due brevi note: son troppo avanti con gli anni per sognare mondi nuovi, e non abbastanza pirla da farmi pinzare così. Parlavo degli incubi prossimi venturi di tante italiane viziatelle. Vero è che, con certi ometti in circolazione, le chances dei migranti conosceranno una crescita vertiginosa. Quelli le menano di brutto, d’accordo, ma Lei sa, vero? Alla fine della favola, piaccia o no, sempre meglio un uomo che mena ma ci sa dare di uno che non mena, non ci sa dare e neppure dire.
    Spero non sia sfuggito a qualche viandante più accorto come quelli tra i migranti che hanno più successo presso le donne italiche sono gli islamici, con la loro cultura della sottomissione femminile. Eppure lo sanno, le lei, che un conto è sposare un brasiliano o un ucraino, e altro conto, e ben più salato, è sposare uno che si sente pater familias in senso coranico. Ma lo fanno lo stesso.

    Ognuno se li spiega come vuole, questi fenomeni: può pure darne la colpa all’indole gretta dei red. cac… che, per dimostrare che non gliene vogliono, gli regalano un pensierino:

    “Nel secolo presente i neri sono creduti di razza e di origine totalmente diversi da’ bianchi, e nondimeno totalmente uguali a questi in quanto è a diritti umani. Nel secolo decimosesto i neri, creduti avere una radice coi bianchi, ed essere una stessa famiglia, fu sostenuto, massimamente da’ teologi spagnuoli, che in quanto a diritti, fossero per natura, e per volontà divina, di gran lunga inferiori a noi. E nell’uno e nell’altro secolo i neri furono e sono venduti e comperati, e fatti lavorare in catene sotto la sferza. Tale è l’etica; e tanto le credenze in materia di morale hanno che fare colle azioni”

    Son certo che riconoscerà l’autore senza gran pestar di falangi su google. Ma, per sicurezza, “secolo presente” è il decimonono. Se invece che a casa di Galatea fossimo in redazione non esiterei a darLe del fesso. Invece esito; anzi, nicchio e tentenno.

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  36. “Guardateli, e capirete perché in Sardegna comandano loro.”

    Sì è vero comandano loro. Il matriarcato sardo è evidente nella vita quotidiana delle famiglie. Le donne tengono i conti, le chiavi del denaro, decidono (almeno un tempo era così) la distribuzione dei beni e trattano la compravendita di terreni e bestiame. Ma soprattutto tengono gli uomini per la cintola, insomma portano loro i pantaloni a casa.

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  37. @ Red. Cac.: volendo in tutto questo dimostrare che…? Mi sfugge. Il mio nick comunque so che è stupido ma ci sono affezionato; l’ho improvvisato quando ero per un breve periodo di studio in Brasile (semplicemente perchè mi faceva ridere che traducessero “Hot dog”, poi ho scoperto che anche gli ispanofoni dicono Perro Caliente) e dovevo tirare fuori qualcosa che non fosse il mio nome di battesimo (il nick che usavo di solito) e da allora mi è rimasto.

    @ Fabristol: sul serio? Le ragazze costituiscono più o meno il 75% delle mie amicizie (fin da bambino, quindi non ho neanche avuto il periodo “omosociale” di disinteresse per l’altro sesso) e sono cresciuto in un mondo femminile e femminocentrico che si trattasse di studi (prima liceo classico, poi medicina…), di uscire la sera a bere o di politica…

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  38. lasciamo perdere il significato di progresso ed emancipazione, evidentemente a qualcuno sfugge in continuazione il concetto di relatività, eppure dovrebbe essere una cosa intuitiva, ma tantè…

    fabrizio, sarà una tua esperienza personale come lo sarà la mia, ma nei laboratori che frequento, e soprattutto in italia, le donne sono una maggioranza schiacciante.
    aggiungo che tra queste donne moltissime sono interessate alla politica, visto che fare il ricercatore in italia ti costringe ad averne a che fare, e moltissime mi cacano in testa a curriculum.
    tra le molte ne ho sposata una.

    aggiungo che quando si mette al telefono a parlare della nostra bambina e di quella in arrivo, io chiamo il mio amico tommaso per parlare del gioco noioso di ranieri e della ancora genialità di francesco totti.

    ragazzi, ma siamo impazziti???

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  39. ma nella mia vita ho incontrato davvero poche (forse solo due) donne le cui ambizioni fossero altre rispetto al matrimonio, il vestito da sposa e i bambini. (tratto da un commento di Fabri, poco più su).
    E meno male! Pensa se ci si mettono anche le donne a mangiarci sistematicamente i risi in testa, in fatto di carriera! Già la vita è dura così, non andiamoceli pure a cercare, i fastidi!
    Io, personalmente, preferisco vincere facile. 😀

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  40. Per David

    il numero di donne in un laboratorio non è indice della loro competitività. L’80% di loro non continuerà la carriera. Non lo dice Fabristol, lo dicono le statistiche.
    E poi ragazzi: è inutile che mi diciate che conoscete delle donne che parlano di astrofisica, quelle altre che sono impegnate in politica. Non è questo il punto. Anch’io ne ho conosciute. E’ una questione di numeri e percentuali. Aprite gli occhi e guardatevi intorno: a parità di educazione e di diritti sono poche le donne che comandano, che fanno carriera, che fanno politica. Motivo? Non lo so. Da biologo potrei avanzare l’ipotesi ormonale che aumenta la competività e l’aggressività. Ci sono una serie di fattori ovviamente tra cui quello dell’educazione femminile nella prima infanzia. Ma ancora sono le madri e le nonne a perpetuare questa educazione della donna incubatrice. E poi c’è questo cavolo di utero che chiama intorno ai 30 anni…
    Ma guardate che il mio è un grido di disperazione! Io vorrei che le donne intorno a me fossero più competitive, passionali nei confronti della conoscenza e della scienza. Vorrei che ci fossero milioni di Grazia Deledda, Emma Bonino o Ayn Rand (tre dei miei miti personali).

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  41. @->Frap: Per il disclaimer, con “liberale” intendevo non la posizione politica, ma la tendenza ad essere “contrassegnato dalla spontanieità e dalla larghezza nell’offerta del proprio aiuto” (Bella, no, come definizione? Devoto-Oli.Speriamo non la legga Paolo Barnard, o chissà che film si fa..). 😀
    Quanto al prenderla con humor: sì, lo so che forse si sarebbe potuto. Solo che sono veramente stufa, ma stufa marcia: discorsi simili, più o meno educati, ne sento fare da quando sono nata, e in questo ultimo periodo, poi, si sono moltiplicati. Conosco ormai tutte le varianti: quella cattolica, quella liberale, perfino quella di sinistra (Sì, esistono anche i maschilisti di sinistra, e Dio ce ne scampi!). Per anni ho usato la sottile ironia con chi li faceva: ho imparato a mie spese che non serve ad un caspita: se non rispondi per le rime e a randellate lo prendono per un silenzio assenso, se usi il fioretto dell’ironia non la capiscono e sono ancor più convinti di avere ragione. Prima o poi saltano i tappi, eh.

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  42. P.S. Ragazzi, sono due “weltanschauung” differenti, quella maschile e quella femminile e nessuna delle due è meglio dell’altra.
    Mi pare che stiamo un po’ discutendo del sesso degli angeli. Peraltro, sono assai convinto che la progressiva sostituzione d’un modello ginocratico a quello maschilista oggi prevalente, non potrà che portare un’autentica ventata di novità all’attuale sistema sociale umano. Una modificazione nella scala dei valori, dovuta alla preponderanza dell’elemento femminile, potrebbe finalmente consentire soluzioni oggi impraticabili perché incompatibili con l’elevato livello di testosterone che (sotto, sotto) indirizza molte delle scelte di noi maschietti.

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  43. @->Fabristol: Fabri, anche io ho l’impressione che diciamo la stessa cosa, anche se in maniera diversa. In meno di un secolo da quando hanno cominciato ad ottenere la parità le donne hanno fatto, a parer mio, passi da gigante: ora le trovi dappertutto, nei laboratori, nelle fabbriche, nelle università. Ma anche le donne più moderne, come giustamente fai notare tu, spesso hanno alle spalle un ambiente in cui nonostante siano magari laureate vengono in ogni caso ritenute solo esseri che si realizzano completamente quando si sposano e fanno figli. Persino fra quelle che si ribellano a questa mentalità arcaica il segno dentro rimane: rischi di portartelo dentro tutta la vita come una specie di latente senso di colpa: ci sono madri che persino se la figlia vincesse un nobel si rammaricherebbero perché purtroppo, però, è rimasta magari zitella. La pressione sociale, familiare e psicologica su di noi donne e ragazze è fortissima: non mi stupisce che molte ragazze anche se molto portate abbandonino gli studi: da un lato hai uno Stato che non aiuta assolutamente a conciliare famiglia e lavoro, per cui ad un certo punto, se hai un figlio, devi scegliere, e la scelta è nel 90%quella di sacrificare la carriera; dall’altro una società che se scegli la carriera ti tratta come una virago impazzita, in pratica una matta o una donna senza cuore. In realtà una donna “ambiziosa” nella nostra cultura è vista come intrigante e poco femminile.

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  44. per fabristol

    mi piacerebbe dare un’occhiata alle fonti delle statistiche.
    da biologo posso dirti che l’80% dei biologi italiani tutti non continuerà la carriera, tra l’altro.

    http://erewhon.ticonuno.it/riv/societa/minerva/minerva.htm

    questo è il rapporto sulle donne negli enti pubblici di ricerca e nelle università. è interessante notare che la percentuale di ricercatrici scende quando si tratta di mansioni dirigenziali. è da attribuire alla rinuncia della carriera per i figli? non pare proprio così.
    anche perchè il numero di pubblicazioni con autori donna suggerirebbe un’interpretazione diversa dalla tua.

    aggiungiamo che nel privato (ed ormai non solo nel privato purtroppo) spessissimo non vengono rinnovati i contratti a chi va in maternità. ma anche questo non dovrebbe essere attribuito alla volontà specifica di rinuncia alla carriera.

    in conclusione non sto facendo una difesa ideologica della donna, non me ne può tangere di meno, è che descrivi una situazione completamente al di fuori della realtà che vivo giornalmente.

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  45. @->Fabristol: Be’, io all’università lavoravo quasi esclusivamente con uomini. Mi ricordo che il 90% delle conversazioni verteva sul calcio e sulle automobili (o sulle donne che si erano portati a letto o avrebbero voluto portarsi a letto). Se t’azzardavi a buttare lì un argomento di politica o di cultura, ti guardavano come una marziana. Pure se erano già dottori, eh.
    L’idiozia non ha sesso, e purtroppo è molto diffusa. 😀

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  46. galatea,
    potrei fare lo stesso esempio per me:
    potevo rimanere negli stati uniti a far carriera invece che tornare ad arrabattarmi in italia e a mettere su famiglia.

    esiste una differenza tra volontà e costrizione pratica. io non volevo una vita senza figli, altri ci rinunciano, come ci rinunciano moltissime donne.
    ma in una società più meritocratica ed attenta ai diritti di ognuno la maternità non sarebbe un problema per la carriera.

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  47. @->David: Infatti, sono pienamente d’accordo. Oggi in Italia, invece, viviamo in una società schizofrenica anche in questo. Da un lato c’è una fortissima (sempre più forte) pressione perché i giovani – uomini e soprattutto donne – mettano al mondo i figli, come una sorta di obbligo sociale. Dall’altra però non c’è un caspita di politica che aiuti chi li vuole veramente ad averli senza per questo dover poi rinunciare alla sua carriera. Ovvio che in questo modo le donne vengano massacrate: si innesca persino una guerra fra povere, cioè fra quelle che scelgono la carriera, non hanno figli e trattano le altre come povere allocche, e quelle che scelgono i figli, la famiglia e definiscono le prime come dei mostri. E via, che si va avanti sempre meglio…

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  48. la femmina dell’homo sapiens è più intelligente del maschio, senza alcuna ombra di dubbio, però il maschio è più forte come massa muscolare, e forse tutto il problema nasce da lì; secondo me l’entità psicofisica più efficiente è una coppia maschio/femmina che, mettendo assieme le rispettive qualità, può raggiungere meglio i propri scopi; le donne sono migliori, dal punto di vista umano, ma è conveniente che stringano un patto col maschio della loro specie; sarà banele, ma la coppia monogamica è la soluzione migliore (con tutto il rispetto, ovvio, per le altre scelte di vita o di assortimento di genere)

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  49. a volte mi pare di vivere in un universo parallelo. Cito:
    “In Italia nove bambini su dieci non riescono ad ottenere un posto negli asili nido. E’ il dato emerso dal centro studi Ires-Cgil che ha effettuato una ricognizione sullo stato del welfare nel nostro paese.

    La maggior parte dei genitori e delle mamme single che lavorano si trovano ancora costretti a lasciare i propri piccoli da nonni, parenti e baby sitter. Nonostante la bassa natalità, l’offerta di strutture atte ad aiutare le famiglie italiane nell’educazione dei figli è quantomai ferma dal 2005.

    Nel resto delle città europee la situazione è praticamente inversa, infatti i nidi riescono a coprire il 90% della domanda delle famiglie.”

    e i vecchi? chi se li sciroppa i vecchi? facciamo un’esperimento: ognuno pensi a situazioni che conosce di amici e parenti in cui siano presenti figli e figlie e si chieda chi dedica più tempo alla cura parentale.

    Certo, in quelle società dove o il denaro (chiamiamolo merito, va..) o il welfare permettono alle donne di sgravarsi di tutta una serie di incombenze che tradizionalmente dalla notte dei tempi hanno svolto, la loro presenza in tutti i campi maschili è in crescita. Dalla politica, alla cultura, alla scienza o all’impresa.

    Nonostante le condizioni storiche e sociali di questo cesso di paese anche in Italia la situazione è completamente diversa rispetto a solo 30 anni fa. Poco più di una generazione. Chiedete a chi c’era.

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  50. Secondo me non siamo arrivati a nulla nel nostro dibattito.
    Sempre parlando come un biologo mi permetto di aggiungere carne al fuoco: dal mio punto di vista le differenze di genere non sono composte da due punti distanti che non si toccano (bianco e nero) ma da uno spettro di grigi continuo e senza soluzione di continuità. Si può essere cromosomicamente femminili ma avere così tanto testosterone da pensare come un uomo e viceversa. E in ogni persona il bilanciamento estrogeni-testosteroni determina il carattere di una persona.
    Quindi per me è assurdo in certi casi parlare di donne e uomini come due universi distinti. Gli universi vengono distinti dalla società e acuiti dalla percentuale di ormoni. In questo spettro di grigi esistono bisessuali, omosessuali ecc. che sono la prova evidente dell’inesistenza di queste barriere.
    Continuo a pensare che i problemi della società e o la cultura siano importanti ma spesso siano solo uno scudo dietro cui nascondersi. Il mio punto di vista non è che il testosterone produca più intelligenza ma che produca competizione, sfida, aggressività. E che uomini e donne con elevati tassi di testosterone (ma non troppo altrimenti si rischiano problemi di ipermascolinità anche nel comportamento) siano più competitivi, passionali e dediti alla carriera. Questo ovviamente li pone (uomini e donne) in una condizione di superiorità a lavoro, nella ricerca ecc.
    Interessanti gli studi sul testosterone: è uno steroide implicato nei processi cognitivi, abilità spaziale e memoria. Ma troppo testosterone può portare a gravi ritardi mentali. Ciò significa che il testosterone è importante ma nel giusto equilibrio ed è importante sia nel cervello maschile che femminile. Non solo: la libido femminile come quella maschile è governata dal testosterone. Quando nelle donne la libido scarseggia è perché c’è poco testosterone in circolo.
    Donne con buon livelli di testosterone potrebbero essere più in alto nella carriera. E questo potrebbe spiegare perché hanno meno voglia di fare le mamme, tra l’altro. Sarebbe interessante misurare i livelli di testosterone nelle donne che hanno avuto successo in business e ricerca.
    Scusate la digressione scientifica…

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  51. @Galatea: già forse è qui il nocciolo della questione.
    Se ci fosse più solidarietà fra noi donne forse il cammino verso la vera uguaglianza (poter esprimere liberamente i proprio talenti senza il fardello del ruolo di procreatrice impostoci dagli uomini da millenni) sarebbe meno impervio e difficoltoso.
    Vorrei ricordare ai signori che hanno sostenuto che non ci sono esempi numericamente interessanti ai fini statistici tali da dimostrare una certa superiorità del genere femminile (o quantomeno una uguaglianza con quello maschile) che la storia invece è piena di zeppa di esempi di donne grandi sacerdotesse, guerriere, scienziate, filosofe, matematiche.
    pitagora non è forse stato allievo di Aristoclea e Platone e Socrate non erano allievi di Aspasia di Mileto?
    E si potrebbe continuare all’infinito.
    Il fatto è che la Storia è stata scritta fino ad oggi dai maschi che non hanno ritenuto opportuno ricordare il valore delle donne nella crescita e nell’evoluzione del genere umano, relegandole al ruolo di madri e mogli ed esludendole dalla sfera politica e sociale e soprattutto negando loro l’istruzione.
    Cosa che purtroppo si continua a fare tutt’oggi.
    pertanto credo che se la presenza di noi donne in molti campi dello scibile umano sia minima, la causa non va ricercata nella nostra incapacità “naturale” di compredere le cose, ma piuttosto perchè non ci viene data la possibilità di esprimerci liberamente.

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  52. @–>Ary
    Permettermi di dissentire. La possibilità di esprimersi è una cosa che si conquista con la forza, perché nessuno te la dà “a gratis”. Ciò vale sia per maschi che per femmine, per le minoranze etniche, per le classi sociali, ecc. L’isolamento relativo in cui sono vissute fino ad oggi le donne, forse, non ha mai permesso loro di organizzarsi seriamente per conquistarsi il famoso “posto al sole”. O, forse, come dice Fabristol, è la scarsità di testoterone a renderle meno aggressive nei confronti della controparte maschile, per quel che riguarda un riconoscimento oggettivo dei loro meriti.

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  53. Ary potrei smontare la tua argomentazione con milioni di altri esempi. Come faceva riferimento Lector ebrei e omosessuali sono stati calpestati negli utlimi 2000 anni (uccisi, segregati, torturati) ma credo che nessuno qui possa affermare che il mondo sarebbe lo stesso senza l’apporto della cultura ebraica o dei geni omosessuali di cui è disseminata la storia.
    Non serve la solidarietà fra donne a farle più competitive. Spesso non è con il corporativismo che si risolvono le questioni.
    Nel mio piccolo quando avrò una figlia non le darò di certo una bambola in mano, ma la farò giocare con giochi intelligenti e con gruppi misti di bambini. E niente trucchi o vestitini of course. 😀

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  54. @Gal-atea

    DeMauro – Paravia

    li|be|rà|le
    agg., s.m. e f.

    2. agg., caratterizzato da apertura mentale e rispetto dell’altrui libertà di pensiero e di azione: mentalità, educazione l. | che dimostra apertura mentale e agisce rispettando l’altrui libertà di pensiero e di azione: insegnante l.

    6 agg. OB amorevole

    Effettivamente forse non sei proprio liberale liberale liberale… del tutto.
    A questo punto la “Liberty dinner” è fortemente consigliata, anzi praticamente d’obbligo. 😀

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  55. Non parlava a caso, Rebecca West: “I myself have never been able to find out precisely what feminism is: I only know that people call me a feminist whenever I express sentiments that differentiate me from a doormat or a prostitute.” 😉

    Mi piacerebbe vivere in un mondo in cui gli individui possano essere valutati a prescindere dalla loro accessorizzazione sessuale, ma non è un privilegio ottenibile in sessant’anni scarsi di storia.

    Sono sempre gli uomini a discutere della natura della donna, a demonizzarla o a mitizzarla, non credo sia da femministe radicali mangiamaschi voler avere voce in capitolo sulle disquisizioni che ci riguardano.

    Io sono stanca di ripetere gli stessi concetti, ma mi fa piacere che qualcuno lo faccia anche per me e probabilmente con più lucidità, perciò grazie. Di cuore.

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  56. @->Fabristol: NO, ti prego, lasciala giocare con le bambole, con le barbie, con i trucchi, provare i vestitini… ecchecaspita, se glieli vieti diveranno per lei dei miti! Guarda ch così ti tiri su una velina per dispetto, eh! 🙂

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  57. @->Fabristol: e che non manchino anche pentoline, ferri da stiro, lavatrici giocattolo, fornetti, scopine elettriche, vaschette per il bagnetto, ecc. ecc.
    Che tanto gira e rigira, o diventa managgger con filippina/tata, o comunque je tocca probabilmente in ogni caso (single o maritata). 😀

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  58. @->fabristol: Già. Il motivo per cui gli omosessuali (maschi, aggiungo io) , come dici tu, hanno dato contributi fondamentali alla cultura umana e le donne invece pare di no è che gli omosessuali (maschi) avevano comunque la fantesca che si occupava di mandare avanti la casa…
    Esemplare, in questo senso, per capire quanto alle volte la differenza di genere conti, è il caso di Madame du Chatelet, compagna di Voltaire. Donna coltissima e matematica insigne, nonostante fosse una donna si impose negli ambienti intellettuali dell’epoca perché era ricchissima e dotata di un caratterino imbevuto, direbbe fabristol, di testosterone: tradusse Newton e lavorò per diffondere al cultura assieme a Voltaire, appunto, ed aiutandolo a capire qualcosa di matematica, di cui il caro Voltaire non capiva un accidenti. A quarant’anni, quando stava scrivendo una fondamentale opera matematica, rimase incinta di Voltaire. I dottori dell’epoca sapevano benissimo che a quell’età una gravidanza era una condanna a morte, ma l’aborto non fu naturalmente nemmeno preso in considerazione. Lei lavorò febbrilmente per cercare di terminare il libro prima del parto, Partorì e morì subito dopo, assieme al bambino. Voltaire non scrisse più nulla di vagamente legato alla matematica: senza di lei non era in grado di capirci più nulla.
    Fosse stato un uomo sarebbe vissuta per un’altra ventina d’anni e avrebbe potuto scrivere opere fondamentali, se non altro per la divulgazione. Quando vi chiedete perché le donne, nei secoli, paiono non aver contribuito alla cultura ed al progresso, ricordatevi questo: anche le migliori e le più acute stavano in cucina a lavare i piatti o a scodellar bambini. E spesso morivano nel farlo.

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  59. @lector: permettimi di sottolineare una cosa.
    Credo che le differenze biologiche (più o meno testorenone o più o meno di qualsiasi altro ormone) non influenzino un bel niente.
    Quanto testosterone ci vuole per mettere al mondo marmocchi un anno si e l’altro pure e magari spesso tirarli su da sola, come accadeva in passato ( e per passato parlo almeno fino alla metà del secolo scorso, e in certi posti nel mondo accade tuttora)?
    Il coraggio non ha niente a che fare con la biologia.
    Ci sono state moltissime donne guerriero nell’antichità, e le donne hanno sempre combattuto a fianco dei loro uomini anche in seguito, solo che a quest’ultimi aspettava la medaglia e un relativo riconoscimento, alle donne invece un bel niente.
    Questo perchè le donne sono sempre state considerate degli esseri inferiori e quindi “invisibili” alla Storia.
    Ma il loro contributo rimane, eccome.

    Ciò che vale per le minoranze etniche vale doppiamente per le donne, perchè se è vero che gli uomini appartenenti a una minoranza etnica hanno combattuto per il loro “posto al Sole”, è pur vero che le donne ebree o nere anche dopo il successo dei loro compagni maschi sono comunque rimaste nell’ombra.
    Doppiamente discriminate perchè donne e perchè ebree o nere e quindi doppiamente in difficoltà nel far valere i proprio diritti.

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  60. fabri, scusa se mi permetto, senza entrare completamente nel merito che è una faccenda piuttosto complicata. ma il testosterone, e i neurosteroidi in generale, è verissimo che influiscono nella libido ed, non in tutti i casi, nel comportamento. ma non sono così determinanti in comportamenti così specifici come quelli culturali degli uomini.
    per fare l’esempio dell’aggressività non è che uno con alti livelli di testosterone aggredisca la gente per strada in continuazione.

    allo stesso modo l’influenza sulla libido femminile non è che provoca un diffuso desiderio di maternità e di dialogo su matrimonio e figli a scapito del lavoro.
    non per altro, ma il fatto è che ci sono grosse variazioni di testosterone anche durante le età dell’uomo e durante le varie fasi circadiane della giornata.

    oltre ad avreci sbattuto io stesso la capoccia in ambito sperimentale.

    io ho seguito il tuo discorso e ho capito quel che vuoi dire, posso in parte essere d’accordo, ma non è la chiave per comprendere lo stato sociale della donna oggi.

    e ovviamente non sono d’accordo con ary

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  61. Non vorrei buttarla sull’aspetto neuro-biologico, ma se vi fate una ricerchina via Google, scoprite con estrema facilità che vi sono sostanziali differenze genetiche, ormonali e strutturali-architetturali tra il cervello di un uomo e quello di una donna. E nonostante ciò è abbastanza acclarato, ad esempio, che l’intelligenza non ha genere. Queste differenze spiegano bene talune caratteristiche tipicamente femminili (maggiore intuito, maggiore fluidità nel linguaggio, ecc. ecc.) e quelle invece tipicamente maschili.

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  62. Attenzione Galatea (e gli altri)!
    Non ho detto che il testosterone fa diventare più intelligenti, ma più aggressivi nei rapporti sociali e nella scalata sociale. Quando tu (Galatea) citi il caso di quella donna, non significa che sia “imbevuta di testosterone come dice Fabristol”. Madame du Chatelet era semplicemente intelligente. Quello che voglio dire è che a parità di intelligenza tra due individui, vince la posizione migliore chi accetta una sfida e va avanti a suon di cazzotti (metaforici o no).

    Per David e frap

    Ovviamente la mia è una semplificazione, ci mancehrebbe. I fattori che influenzano il carattere di una persona sono molteplici. Ma se andate a vedere cosa possono fare gli steroidi sulle donne culturiste… vi farete un’idea. Dico a livello mentale e di comportamento.

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  63. fabri, avevo capito benissimo che stavi generalizzando, ovviamente non si può fare un discorso del genere senza semplificare.
    ma attenzione a non sottovalutare la differenza causa-effetto, come nel caso delle donne culturiste.

    e sull’aggressività non so: ho avuto due capi donna e avrei i miei dubbi a proposito. ma anche in questo caso darei la colpa più al clima culturale in cui si deve muovere una donna ai livelli dirigenziali.

    e poi il ruolo del testosterone o degli estrogeni non è che sia così chiaro, pare abbiano anche voce sulla neuroprotezione nel caso di malattie neurodegenerative, ma non è che ne sappiamo granchè in verità sul reale meccanismo d’azione nei casi specifici.

    direi che hai ragione quando dici che questi nostri discorsi in realtà non portano a nulla, ma non portano a nulla perchè non abbiamo una prova sperimentale valida e sarebbe come dichiarare l’esistenza o meno di Dio.

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  64. Alla fine partiamo sempre da luoghi comuni – stereotipi che, alla verifica dei fatti, si rivelano infondati.
    Partiamo dalle donne storicamente chiuse in casa. Ho già detto che questo era vero per le nobili e le alto-borghesi (lo zero virgola qualcosa per cento dell’umanità femminile). Lo zero virgola sapeva scrivere, però, e aveva anche il tempo per farlo. Lo zero virgola aveva a disposizione stuoli di umili fantesche e lavandaie e domestiche e bambinaie, che si occupavano delle volgari esigenze quotidiane.
    Le donne “zero virgola” avevano quindi tutte le possibilità per lasciare ai posteri la loro visione del mondo.

    Le donne del popolo (il 99 virgola qualcosa per cento dell’umanità femminile) conducevano una vita più interessante, e non potevano permettersi di rimanere chiuse in casa. Si sposavano all’età del menarca, con uomini di qualche anno più grandi, che avevano cominciato a lavorare all’età di 7-8 anni. Il mutuo per la casa non serviva: bastava una “pagliarella” sulle terre demaniali. I figli nascevano uno dopo l’altro, con cadenza all’incirca annuale. Le donne lavavano, cucinavano, stiravano, senza avere nessuna delle comodità moderne. Immaginate cosa significava cucinare e lavare per dieci o più persone senza avere l’acqua in casa. Le donne si occupavano anche degli animali domestici e della coltivazione di piccoli orti, nonché di approvvigionarsi di quello che mancava al mercato. Al mercato vendevano anche il surplus delle loro piccole produzioni (uova, polli, conigli, ortaggi). Le donne conducevano, di fatto, la casa. Comandavano, come hanno fatto in tutte le zone più arcaiche fino a poco tempo fa.
    Gli uomini lavoravano perlopiù come “giornali” (braccianti agricoli) e si spostavano anche a centinaia di chilometri di distanza, seguendo le necessità delle lavorazioni stagionali (vangatura, semina, mietitura, vendemmia ecc.). Tornavano in casa soltanto nei mesi più freddi dell’inverno. La vita dura li faceva invecchiare in fretta. A venticinque anni d’età erano già ruderi umani, abbrutiti dalle fatiche e dal vino (unica risorsa energetica dell’epoca). A trent’anni, o poco più, morivano di vecchiaia.
    Le donne del popolo, purtroppo, non sapevano scrivere. Non avrebbero avuto il tempo per farlo, del resto.
    Questo ci ha privato di racconti di vita che sarebbero stati davvero interessanti.

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  65. @Area, lo zero virgola avrà pure saputo scrivere, ma dubito che in generale lo sapesse fare prima della fine del 1700, quando si cominciò a pensare seriamnete che forse valeva la pena di istruire le donne.
    E comunque quando sapeva scrivere le sue testimonianze le ha lasciate (a partire da Saffo, pasando per Maria di Francia, Christine de Pizan, Isabella Morra, Vittoria Colonna, gaspara Stampa, Emily Dickynsonm le sorelle Bronte , Olympe de Gouges, e via di questo passo..).
    L’istruzione era appannaggio del mondo clericale in primis, e spesso gli stessi maschi erano completamente analfabeti, figuriamoci le donne.
    Sulle donne che appartengono al resto della popolazione, il novanatanove virgola qualcosa ,concordo con te in assoluto sul loro stile di vita.
    Credo però che se avessero saputo scrivere lo avrebbero fatto indipendentemente dal tempo a disposizione, e sai le storie che ne sarebbero uscite..

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  66. per fare l’esempio dell’aggressività non è che uno con alti livelli di testosterone aggredisca la gente per strada in continuazione.
    ..bah, la mia varrà anche molto poco come testimonianza, ma vi assicuro che le persone più aggressive che io abbia mai conosciuto, anche sul piano sessuale, sono poi sistematicamente finite nelle case circondariali di Santa Maria Maggiore o di Santa Bona, per imputazioni come rapina a mano armata, tentato omicidio, omicidio, spaccio, stupro, aggressione, ecc. Erano soggetti assolutamente privi di freni inibitori e, fin dai dodici anni, già sessualmente iperattivi e caratterialmente incontrollabili.

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  67. Non escludo che gli ormoni possano avere qualche influenza sulle capacità cognitive.
    Ma il fattore determinante è quella che hanno sullo sviluppo fisico: una volta si faceva a clavate (o a zappate) e non c’era partita, nel passare ai bisticci verbali i valori in campo si eguagliano o quasi, la parità dei diritti ne è una conseguenza.Ovviamente anche i fattori culturali giocano un ruolo importante, ma credo che anch’essi siano legati alle differenze fisiche ed alle capacità lavorative.

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  68. Sono esistite guerriere donne, come sono esistiti guerrieri eunuchi. Narsete, generale bizantino, era un eunuco, ma questo non gli impedì di sconfiggere Totila. Nell’esercito russo prerivoluzionario esisteva una setta di alti ufficiali, che rinunciavano volontariamente alla virilità per poter dedicare tutte le energie alla guerra.

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  69. Ma queste persone applicavano la loro intelligenza, non la loro virilità. Stiamo parlando di “pulsione”: la pulsione distoglie, perché uno pensa in maniera maniacale alla “gnocca” e non a fare ciò che deve fare. Mai provato, da ragazzi, a studiare con la patta in tensione? Ditemi che ne eravate capaci, se ne avete il coraggio! A me, personalmente, sembrava letteralmente d’impazzire.

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  70. “Erano soggetti assolutamente privi di freni inibitori e, fin dai dodici anni, già sessualmente iperattivi e caratterialmente incontrollabili.”

    ecco, i freni inibitori, allora, forse, l’alterazione è lì e non nella quantità di testosterone.
    eviterei di fare discorsi lombrosiani, sarebbero un poco antiscientifici.

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  71. Indubbiamente sono a-scientifico; in questo contesto, spero nessuno abbia pretese di essere scientifico.
    La domanda diviene questa: è l’eccesso di testosterone che allenta l’inibizione e fa fare cose che, a volte, non si vorrebbero fare?

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  72. in realtà non è semplice risponderti.
    tutti i mediatori in un organismo sono in costante equilibrio. per fare un esempio un eccesso di produzione di testosterone provoca un aumento della produzione dei suoi inibitori, secondo quello che si chiama feedback negativo, per mantenere questo equilibrio (omeostasi).

    per fare altri esempi si potrebbe parlare dell’uso del testosterone come anabolizzante dove l’assunzione cronica può addirittura verificarsi un paradossale effetto femminilizzante con aumento di volume della ghiandola mammaria (ginecomastia) e riduzione della potenza sessuale.

    è un casino, lector, ed è per quello che non si possono fare determinate affermazioni, soprattutto nel comportamento.
    e c’è anche da tenere presente quello che ha detto fabristol, dipende anche dall’individuo, perchè non siamo tutti uguali.

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  73. Ti ringrazio per l’interessante spiegazione: trovo che la biochimica sia un campo d’indagine veramente affascinante.
    Detto ciò, per onestà ti confesso che la maggior parte delle considerazioni che ho espresso, sono pregne d’autoironia e, talvolta, addirittura in contraddizione le une con le altre, a seconda dell’input ricevuto da qualche intervento altrui. Dunque, non prendetemi troppo sul serio. 😀

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  74. @lector

    “… le persone più aggressive che io abbia mai conosciuto, anche sul piano sessuale, sono poi sistematicamente finite nelle case circondariali…”

    Stai parlando di delinquenti costituzionali, non di livelli di testosterone.
    Far derivare l’aggressività incontrollata dal testosterone mi sembra quantomeno improprio.
    Tutti i maschi dovrebbero passare le giornate a scatenare risse.
    Tutti sanno, invece, che i maschi sono meno litigiosi delle femmine (e ricorrono alle mani molto più di rado).

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  75. @–>Area
    Far derivare l’aggressività incontrollata dal testosterone mi sembra quantomeno improprio.
    Non sono un biochimico. Era ciò di cui chiedevo lumi a David, che mi pare abbia risposto compiutamente due commenti più sopra.

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  76. P.S. chiedetemi di bilanci, di dichiarazioni dei redditi, di contenzioso tributario, di costituzioni societarie ecc. , e probabilmente, vi risponderò con una certa cognizione di causa. Il resto, lo lascio agli esperti di ciascun settore …. 😀

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  77. Si ricordi a Libertyfirst che la “Teoria della Relatività” vide la luce soprattutto grazie al prezioso e importante contributo della fisica serba Mileva Maric, prima moglie di Albert Einstein, senza il quale il noto scienziato avrebbe fatto ben poco.

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  78. Avrei voluto commentare il post originale, ma purtroppo l’autore accetta solo i commenti di chi è dotato sia di arroganza che di intelligenza: una vera ironia, considerato che a mio parere nell’autore stesso brilla solo la prima.
    Mi limito a ricordare all’autore, per quanto attiene al campo scientifico, la già citata Rita Levi Montalcini, Nobel per la Medicina; Maria Curie, Nobel per la Chimica; sono invece riconducibili al diritto e alla politica Sonia Sotomayor, membro di più recente nomina della Corte Suprema statunitense; Hillary Clinton, Margaret Thatcher, Golda Meir, Angela Merkel, che sono state o sono tuttora eminenti personalita politiche. Esistono centinaia di donne la cui vita è stata fondamentale nello sviluppo delle più diverse discipline; la tesi del signor Libertyfirst è già stata ampiamente smentita dalla Storia.

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