E meno male che si avvicina l’8 marzo, neh.

La dignità delle donne non è nell’agenda politica di questo paese. Il decreto del 20 febbraio 2009 lo dice a chiare lettere: la violenza sulle donne non è un problema degli uomini che la esercitano, ma è una questione di “sicurezza pubblica”, dimostrando così come – ancora nel 2009 – il corpo delle donne sia considerato un luogo e un bene pubblico da difendere come si difende un territorio o una proprietà!
In Italia il 69, 7 % degli stupri sulle donne è agito da un marito o da un compagno e il 17,4 %. da un conoscente (Istat 2007). Eppure il “pacchetto sicurezza” prevede che se una donna è stuprata dal suo fidanzato o da suo marito questo tipo di stupratore “per bene” può godere di tutti i benefici penitenziari, diversamente da quanto avviene se lo stupratore è uno sconosciuto. La violenza familiare o privata, commessa solitamente da Italiani, da “buoni padri di famiglia” da “bravi ragazzi”, non desta allarme sociale. Per queste violenze si trova sempre un alibi: il gesto folle di un disperato vittima di un “raptus” di follia o di un giovane vittima della “cultura dello sballo”. Parallelamente assistiamo a una ossessiva demonizzazione dello straniero su cui viene fatta ricadere la responsabilità di un fenomeno che non è collegato a una matrice etnica: la violenza sulle donne la fanno gli uomini e non dipende dal passaporto!
Questa giustizia a doppio binario è secondo noi solo l’ennesima strumentalizzazione politica esercitata sul corpo delle donne per legittimare misure razziste che si servono del controllo sociale, della delazione e – grazie alla formale legalizzazione delle ronde – della pratica dello squadrismo di stampo fascista. Per contro, questo decreto legge non scalfisce di una virgola la cultura maschilista e patriarcale della società italiana e il sessismo di stato che trova nel presidente del consiglio di questo paese uno dei suoi massimi artefici. […]

Collettivo Femminista deGenere – Trento

via Malvino.

4 Comments

  1. A proposito della frase “la violenza sulle donne la fanno gli uomini e non dipende dal passaporto!”, vorrei segnalarti questo sito di una associazione newyorkese (http://www.avp.org/) che ci ricorda che la violenza può avvenire anche all’interno di coppie omosessuali, argomento spesso poco trattato.

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  2. La frase sulla sicurezza pubblica mi sembra un’assurdità. Osserverei che una volta gli stupri erano considerati parte dei delitti “contro la morale” e non “contro la persona”. Non so quanto riportare la difesa dell’integrità fisica delle donne nell’ambito del privato sia una buona idea.

    In secondo luogo, la violenza sulle donne la possono esercitare anche altre donne. Con tutto il rispetto verso le femministe, ritengo utile far notare questa cosa.

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