Se ti stuprano, la colpa è della maestra. Ida Magli e le donne che devono tornare a far la calzetta per il bene della società.

Gli interventi di Ida Magli sul Giornale sono imprescindibili, quasi quanto quelli della Susanna Tamaro. Queste due signore, infatti, sono la più clamorosa dimostrazione che il femminismo aveva torto: le donne, quando ci si mettono, possono diventare irritanti conservatrici quanto il più retrivo fra i maschi.

Oggi, per esempio, la Magli scrive un articolo in cui ragiona sulle profonde motivazioni degli stupri. L’inizio è ampiamente condivisibile, ma solo perché la Magli dice cose risaputissime, ovvero che lo stupro in quanto tale non è affatto, come pensa il nostro beneamato premier, una sorta di reazione esasperata del desiderio maschile nei confronti di una “bella donna”, ma un atto di violenza perpetrato da un maschio per punire la donna, qualsiasi sia il suo aspetto fisico. Lo stupro per lo stupratore è un modo per rimettere a posto il mondo: tu, donna, ti sei allargata troppo, pretendi di avere una vita indipendente, di andare in giro, lavorare, avere dei diritti; e allora io ti ricordo che invece ad una cosa servi, e solo a quella: ad essere a disposizione del maschio, quando lui lo vuole e come lo vuole lui, perché la tua volontà non ha alcuna importanza e i tuoi diritti, semplicemente, non esistono.

È la seconda parte dell’articolo, quello in cui la Magli ci mette del suo, che è tutta da leggere. Dopo aver ricordato che l’uomo, lo stupro, lo ha sempre usato, nel corso dei secoli, per punire le donne e, soprattutto, gli altri uomini – difatti non c’è stato assedio o guerra che non si concluda con uomini sgozzati dopo essere stati costretti ad assistere alle violenze perpetrate su compagne, sorelle, madri e figlie – la Magli se ne vien fuori con una teoria tutta da ascoltare sul perché oggi le donne vengano stuprate per strada. L’idea, in realtà, è un suo vecchio cavallo di battaglia, che la signora ripete a giorni alterni (ovvero un dì ribadisce questo e il dì dopo la storia secondo cui bisogna difendersi dall’invasione islamica: mica è opinionista del Giornale per niente, ve’); e consta di un semplice enunciato: i ragazzini di oggi stuprano perché a scuola ci sono troppe insegnanti femmine.

Fanno disastri sulla psiche degli alunni, queste maestre e queste professoresse, ma anche queste semplici compagne di scuola, che affollano le aule scolastiche: La mancanza di un modello virile, e dell’autorità di un modello virile, è per gli adolescenti maschi tanto disastrosa quanto la mancanza del calcio e delle vitamine indispensabili alla loro crescita …Costringerli alla convivenza paritaria con le femmine per la maggior parte della giornata dall’asilo fino a giungere ai diciotto anni è ingiusto, ma soprattutto gravemente dannoso per la loro vita fisica, sessuo-psichica e intellettuale.

Pofferbacco! È veramente una inaudita violenza mettere dei ragazzini e delle ragazzine della stessa età nella medesima classe, tutti assieme, con il rischio che scoprano che le ragazze non amano solo coccolare le Barbie, ma, se ci si mettono, possono anche batterli alla Play Station, magari adorano giocare a calcio e ascoltano, come la prof del resto, rock duro invece delle lagne alla Pausini. Un trauma siffatto non lo supereranno mai, altro che poi, da grandi, non appena gli danno la possibilità di uscire da soli, stuprano la prima femmina che capita loro sotto le mani!

Ma la Magli è inarrestabile, e già disegna scenari funesti per questi poveri fanciulli in balia dello strapotere femminile: Le ragazze riescono meglio dei maschi oggi a scuola perché con tutta evidenza l’ambiente è organizzato in modo adatto a loro. C’è poi il problema dei maschi più avanti nell’età i quali non riescono a mettersi in competizione con le donne sul terreno del lavoro. Le donne, infatti, rappresentano la maggioranza quasi in tutti i campi, e le «minoranze» – si sa – non stanno mai bene. Tanto più quando si tratta di minoranze che se ne sentono umiliate in quanto ricordano i tempi della propria supremazia. La maggior parte soffre, o s’impazientisce, in silenzio. Altri si sono stabilizzati in una forma di pseudo-femminilità, facendo il più possibile a meno delle donne, con il pacifismo e con l’omosessualità.

Ora, conveniamone: questo è un periodo che va analizzato pezzo a pezzo, perché sfiora davvero il capolavoro. Le ragazze riuscirebbero meglio a scuola perché l’ambiente è organizzato in modo adatto a loro. Già, da quando non ci sono più, alle elementari, sussidiari parafascisti in cui, quando si elencavano le professioni che gli alunni potevano scegliere da grandi, ai maschi toccava l’astronauta o il medico, e alle bambine la casalinga, la maestra o, se proprio aveva tendenze artistiche, la ballerina classica, e i professori di materie scientifiche, se una alunna chiede spiegazioni sulle equazioni, rispondono, invece di limitarsi a schernirle “perché tanto le donne, si sa, per la matematica non sono portate”, le ragazzine vengono su piene di grilli per la testa, e, magari, sognano di far le scienziate. Sarebbe ora e tempo di riportarle a studiare con i bei testi e gli insegnanti di una volta, anzi, magari istituire anche programmi differenziati, in cui i ragazzini fanno informatica e atletica leggera, e le bimbe economia domestica e ricamo.

Ma non è solo la scuola ad essere pensata a misura di femmine: infatti, ci informa premurosamente la Magli, appena escono dal banco ed affrontano il mondo reale, i poveri maschietti prendono altre granuole di mazzate: non riescono infatti a mettersi in competizione con le donne sui luoghi di lavoro!

Non mi ci raccapezzo più, a questo punto. Se gli uomini sono in difficoltà sul lavoro, è perché, evidentemente, le loro colleghe femmine sono più brave e vengono premiate: questo, a casa mia, si chiama sana competizione, ed è uno dei pilastri del liberismo e della meritocrazia. Che cosa proporrebbe, la Magli? Di buttar fuori le donne dal mondo produttivo, perché così i maschietti non si spaurano? O di stabilire a priori che le donne possono lavorare, sì, ma solo in ruoli subalterni, così l’autostima maschile non viene intaccata, e il mondo va come sempre è andato, cioè con l’uomo che fa il megadirigente galattico e la donna che, al massimo, in ufficio può portargli il caffè e fare le fotocopie? Chissà in che paese vive, poi, la Magli: perché io questo posto in cui le donne sono la maggioranza e gli uomini una minoranza oppressa non lo conosco: a scuola, per dire, le insegnanti femmine saranno un plotone, ma i Presidi sono quasi sempre uomini, e, nei ruoli di potere, le donne sono una percentuale così esigua da diventare particolare trascurabile.

Evidentemente, però, secondo la Magli questo basta e avanza per far venire ai maschietti la colite spastica: la maggior parte soffre, si spazientisce in silenzio. Poveri cocchi, me li vedo, infatti, chiusi al bagno a rimuginare e vomitare bile nell’accorgersi che la collega, con tutto che ha due figli ed una casa da mandare avanti da sola, riesce a rispettare le scadenze per la consegna delle relazioni e ha un parco clienti che lévati, mentre loro non chiudono un contratto da mesi e vegetano depressi vicino alla macchinetta del caffè. Qualcuno farebbe un buon servizio, a simili maschietti, se gli facesse capire che non sono affatto incompresi, sono semplicemente incapaci. Invece no, la Magli è lì, pronta a confortarli, offrir loro una nuova ciambella di salvataggio: questi caspita di omuncoli bisogna salvaguardarli, sennò ti diventano omosessuali, o, sorte ancor peggiore, per i parametri della signora, pacifisti! E cazzo, pacifisti no!

Dunque, riassumendo: metti tuo figlio nelle mani di una maestra femmina alle elementari e, da grande, il pupo ha un futuro già segnato: o ti diventa stupratore, o un sinistrorso imbelle o una checca. Per salvarlo da questo atroce destino, bisogna riportare tutto al bell’ordine del tempo che fu. Classi divise, ma anche vite divise, perché, metti il maschietto nella stessa stanza con una donna tosta, anche da adulto, e rischia il trauma. Quanto all’educazione, anche quella sia basata sugli antichi stereotipi: femminucce cui viene insegnato a essere femmine, vestire di trine, pizzi, merletti, essere materne e sottomesse, accudire in silenzio, ricamare corredi nel gineceo, non fare ombra; che se, per caso, ad una piacciono le arrampicate o risolve equazioni, al compagno di banco o al coetaneo vicino di casa viene un coccolone.

Be’, che dire? In questi casi, forse l’unica cosa da controbattere alla Magli è: bene, cominci lei. Se il problema di questa società si risolve combattendo le donne, e in special modo le insegnanti femmine, prego, dia l’esempio lei per prima: lasci la sua cattedra ad un uomo, la smetta di scrivere sui giornali, torni a casa a fare il punto croce o la crostata di mele con la ricetta di nonna. Cara signora, non sia complice del misfatto che denuncia e ha così ben identificato. C’è il rischio che ad incrociare una donna come lei, qualche ominicchio diventi un pacifista omosessuale. Via, non se lo perdonerebbe mai.

22 Comments

  1. ogni volta che penso che il Giornale abbia raggiunto il fondo tocca nuovi livelli.
    Imbarazzante, anche se a onor del vero devo riconoscere che le pressioni sessuali alle quali sono sottosposti gli
    adolescenti maschi sono più forti di quelle a cui mi sembra ero sottoposto io alla loro età. Questo NON GIUSTIFICA IN
    ALCUN MODO LO STUPRO. Tuttavia come insegnante in classi miste mi rendo conto che quando arriva la primavera e le
    giovani adolescenti si presentano culo e perizoma a vista con pancia di fuori, si vede che i maschi come dicono loro “sbroccano”.

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  2. Il tuo post è perfetto. Se c’è qualcosa di più brutto del maschilismo becero è il maschilismo becero di alcune donne, quelle stesse che vogliono avere solo figli maschi, non si fidano a farsi curare da medici di sesso femminile o, come nel caso della Magli, non possono sopportare una scuola un cui maschi e femmine convivono sullo stesso piano.
    Ieri mi è capitato di litigare con il mio capo per alcune sue dichiarazioni di un maschilismo esasperante, io ho due figlie e ogni volta che sento certi discorsi sull’inferiorità della donna mi imbestialisco, ritengo che il maschilismo sia uno degli indizi più certi dell’idiozia di una persona.

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  3. Oddio, gli stupratori (di donne) omosessuali e pacifisti mi mancavano proprio!

    Solo un’ appunto sulla meritocrazia: devo dedurne ch l’ attuale situazione coi maschi dominanti è dovuta solo al merito?
    Non mi quadra molto.

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  4. il mondo in mano alla supremazia delle donne mi mancava. che poi, in alcuni settori lavorativi è anche vero. se un uomo fa il parrucchiere probabilmente il 90% dei colleghi sarà di sesso femminile, così come se una donna fa l’analista software il 70% dei colleghi è di sesso maschile (come nell’azienda dove lavoro io, alla cena di natale eravamo 4 donne contro 21 uomini…)
    ma in questi ambiti le percentuali sono sballate proprio perchè sono retaggio di una cultura anni ’60: le donne facevano le segretarie, le parrucchiere, le casalinghe, gli uomini andavano all’università a studiare ingegneria (tenendo conto che le eccezioni c’erano anche negli anni ’60)…

    poi, le altre bestialità che ha detto la signora, non le contesto neanche perchè non sono degne di risposta (tipo i paficisti gay).

    comunque ci hai fatto veramente un bel post….

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  5. Glielo spiegherò, a mamma, che se c’ha il figlio gay e pacifista è colpa sua: mi ha sempre iscritto a scuole con insegnanti donne.
    Ah, fossi stato educato in un collegio militare… ma ormai è tardi per i rimpianti.

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  6. Data la mia ignoranza, sono andata a cercare il curriculum della signora, dato che il suo nome mi risultava comunque noto. Sono rimasta allibita! è la stessa che collaborava con NOI DONNE e con REPUBBLICA! Che trauma ha avuto? Per non parlare di quello che dice sui musulmani e gli immigrati, supera Bossi! Comunque sono d’accordo, dovrebbe starsene a casa, a riscoprire le gioie di una vita per cui qualunque donna è “naturalmente” portata.

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  7. Affascinante. Teorie come queste le senti solo al baretto sotto casa, però espresse da cinquanta-sessantenni, eppure la Magli – che se non altro, per fenotipo, risulta essere donna – le espone sul Giornale (ogni matto si merita il suo pulpito) con la stessa paternalistica nota saccente che a malapena (come un velo di garza) copre la stizza più nera. Non vorrei cadere nella banalità più triviale, ma non potrebbe trattarsi – dichiarazioni alla mano – di un imbarazzante caso d’invidia del pene?

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  8. Posto che come te considero disgustoso quello che la magli ha scritto, e condivido la tua analisi sul perchè lo sia, non posso pero’ evitare di chiedermi: e se fosse vero?

    Queste teorie sociologiche o psicologiche hanno un modo per essere testate? In fin dei conti, se le cose stanno in un certo modo o no non dipende dal fatto che ci piacciano oppure no cosi’ come stanno.

    Esiste qualcuno che si è preso la briga di fare qualche misurazione o esperimento per dirimere la questione? O ognuno arriva e, come la magli, sbandiera la sua personale opinione senza alcuna prova?

    Si potrebbe mettere in relazione magari la quantità di stupri commessi con la percentuale di donne al potere in diversi paesi. sono sicuro che qualcuno ha già fatto di sicuro studi del genere.

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  9. Se il livello generale delle donne fosse quello di Ida Magli converrei mi troverei d’accordo sulla permanenza delle stesse in cucina. A badare ai fornelli e ai mocciosi e non, per esempio, a scrivere stronzate su un giornale.
    Tuttavia credo che si otterrebbe il duplice effetto di una crisi da avvelenamento da cibo e nei pargoli, in caso di sporavvivenza, quella fobia per le donne, giustificata stavolta, per cui la smena in tutto l’articolo.

    Saluti.

    Alfa.

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  10. beh…fino a tre quattro generazioni fa in occidente non c’erano classi miste e la maggior parte degli insegnanti al di sopra dell’istruzione elementare erano uomini. Inoltre c’erano sicuramente meno occasioni per le donne di fare “concorrenza” agli uomini. Pure si stuprava anche allora. Non so se basta per giudicare farneticante il discorso della Magli. Di sicuro una maggiore libertà della donna ha reso pubblico quello che veniva vissuto solo come un fatto privato di cui soprattutto vergognarsi o raionalizzare come una condizione di genere immutabile.
    Ma che tristezza che a scrivere queste cose sia un’antropologa (una volta) molto considerata..

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  11. Mi piace immaginare l’immigrato clandestino rumeno che ha stuprato quella donna a Roma intento a competere con le sue compagne di corso nel liceo di Timisoara (che frustrazione rimanere ancorato al 7 in latino!), per non parlare poi degli sfacciati favoritismi alle colleghe nel reparto di marketing della grossa multinazionale per cui lavora.

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  12. @->Enrico: Molto probabilmente la percentuale di stupri risulterbbe maggiore negli stati in cui le donne hanno il potere, o almeno una certa indipendenza. Ma questo, caro Enrico, solo perché in quegli stati le donne, più emancipate, sono più abituate a denunciarli, gli stupri, e la società se ne scandalizza. un tempo se il padrone di casa metteva le mani addosso alla servetta e la violentava, la servetta non denunciava il fatto, lo considerava come una delle cose che possono capitare sul posto di lavoro, se ne vergognava e stava zitta. Oggi andrebbe dritta dritta dai Carabinieri e quelli, molto probabilmente, invece di sorridere e consigliarle di andare a casa, come avrebbero fatto solo vent’anni fa, andrebbero a casa del tipo e lo porterebbero via in manette. Almeno spero.

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  13. Ma roba da pazzi! Giustificare (o quasi) uno stupro sostenendo che i bambini nelle scuole hanno troppe insegnanti… ma ci rendiamo conto??? La tesi in questione è di una stupidità senza pari, ho apprezzato molto il post invece… menomale che non tutti ragionano come Ida Magli….

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  14. E’ una tale accozzaglia di stronzate, perdonami il termine, che non so se ho più voglia di vomitare (magari sui calzettoni ricamati della signora), di piangere o di prendere a calci chi le pubblica e chi leggendole le appoggia entusiasticamente. I maschi dovrebbero prenderla peggio. Dopotutto è a loro che si fa fare la figura di mezzebestie, incapaci di sostenere un confronto civile, incapaci di convivere con il genere femminile senza avere l’istinto animalesco di dominare, incapaci di impegnarsi tanto quanto le donne che – per inciso – si sono sorbite secoli e secoli di ambiente improntato al maschile.
    Non ho parole. Ricordo ancora una volta, per consolazione, che ai tempi della servetta ricordati dal commento qui sopra la mia bisnonna-cuoca si ribellò a colpi di coltello e tagliò via gli attributi al giardiniere che le aveva messo le mani addosso. Forse dovremmo cominciare a fare tutte così.

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  15. Una volta, in un altro blog, si commentava e si discuteva animatamente su qualche cosa che aveva detto la Binetti. Alla fine uno se ne uscì con una bella sintesi: signori e signore, siamo qui a discutere e a cercare di trovare un senso a quanto ha scritto UNA SCEMA.

    Ecco, appunto: una scema. Proverò a chiedere alle mie due zie poverette (due maestre in pensione) che leggono Il Giornale che cosa ne pensano dell’articolo della Magli.

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  16. Altro che servetta che non denuncia il fatto: ci son paesi in cui lo stupratore rischia una multa e la stuprata la lapidazione.

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  17. Da una che fa l’opinionista per “il Giornale” non puoi aspettarti altro che scemenze di questo tipo. Il problema è che questo triste paese generalmente si schiera, a maggioranza, con idee di questo tipo. Grazie per la segnalazione.

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