Quello che le donne non pensano: Rita Levi Montalcini i pregiudizi sul cervello delle donne.

levi_montalcini

Quello che fa più venire l’orticaria, quando ragionano su di te come donna, non sono le battute da caserma o i doppisensi volgari: a quelli noi ragazze, credetemi, ci siamo abituate. Puoi essere ingegnere nucleare, avvocato di grido, giornalista con un curriculum da premio Pulizer, ma ci sarà sempre il cretino che ti riduce a pura “gnocca di turno”, lasciando intendere che ogni traguardo professionale conseguito deriva dalla tua gnoccaggine e l’unica funzione di una femmina è, in buona sostanza, finire a letto con qualche maschio dominante. Quello che fa venire l’orticaria, ma con delle bolle grosse così, sono i discorsi di quelli, e anche di quelle, che si credono invece molto femministi/e, anzi “donnisti/e”, e passano invero gran parte del loro tempo a sostenere che le donne non sono solo uguali, ma sono molto meglio. Il loro esser migliori dipende infatti dalla caratteristica precipua della “donnità” secondo il loro vangelo: e cioè dal fatto che le donne, qualsiasi cosa facciano, in qualsiasi campo operino, sono “più sensibili”, capaci di comprendere le “emozioni”, di affidarsi e ragionare in base ad esse.

I maschi, nella loro visione, sono esseri razionali, distaccati e sordi ai moti dell’animo; le donne, queste meraviglie del creato, sono invece tanto carucce perché affrontano le situazioni guidate dal cuore, a furia di pacchette sulla spalla, empatia sparsa a fiumi, comprensione e materna partecipazione all’altrui sofferenza, che si tratti di un ginocchio sbucciato o di una crisi in azienda. Sono così convinti delle loro tesi, questi signori e signore, che se una si scosta un po’ da questo approccio, subito la guardano con occhio sospettoso e bocca stortignaccola, lasciando intendere che la donna in questione proprio donna non è, ma una che ha rinunciato alla sua femminilità, e – orrore! – scimmiotta il maschio. Perché se sei donna, ma donna veramente, da insegnante devi essere materna, il che vuol dire cercare giustificazioni anche per gli alunni più colpevolmente zucconi, perché se pretendi di insegnargli il rigore senza scappatoie, sei una zitella frustrata; da scrittrice puoi occuparti sì di tutti i temi, ma con un’ottica femminile, il che spesso significa che non puoi scrivere un affresco sociale, al massimo la partecipata cronaca di rognette in famiglia; da giornalista, se proprio non ti adegui a curare la posta del cuore, devi avere posizioni comprensive e politicamente corrette, perché una semplice e pura carogna che elenca fatti verificati senza fare sconti è una virago che ha qualche problema con la vita; e se ti occupi di scienza, o mamma, ecco, allora sei un’eccezione, perché le donne, si sa, in fondo con la scienza non hanno questo gran feeling: la fanno, sì, vabbe’, perché ora possono far tutto, ma la debbono fare da donne, e quindi con compassione, empatia e un diluvio di altre scemenze “femminili”.

A tutta questa bella serie di pregiudizi, che, per quanto portati avanti in assoluta buona fede, spesso riducono noi femminucce in un bel ghetto, anche se infiocchettato di rosa e carino come una bomboniera, ha risposto ieri sera a randellate Rita Levi Montalcini, da Fazio. Venti minuti di intervista che valevano un secolo, cioè l’età della veneranda signora.

Se è vero che con la vecchiaia le facoltà si opacizzano, non avrei voluto trovarmela di fronte trentenne, la Montalcini: perché da centenaria ha giubilato, senza una sbavatura, una bella massa di buonismo dei luoghi comuni con degli zàc zàc impietosi; tanto che il povero Fazio, tramortito, non sapeva bene neanche lui come parare il colpo. Perché la sua intervista era partita nel miglior stile pro-femminista, con un deferente: cara signora, dal suo libro si capisce che la chiave per tutto nella vita è l’amore. Il prosieguo scontato, nelle aspettative del Fazio e di chi, con reverenza e rispetto, aveva scritto le domande, era una tirata della premio Nobel che spiegasse che sì, da donna sensibile, l’amore per la vita e per il prossimo era ciò che l’aveva sempre mossa, perché, noi donne, è sempre l’amore che ci muove, e se non è materno, anche quello generico per la ricerca e l’umanità va bene per compensare.

Col fischio! La signora sì è guardata Fazio con la poca compassione che usa nel guardare gli embrioni di gallina presenti nei suoi laboratori, e ha cominciato a randellare: “L’amore non è la chiave di niente, la chiave è la curiosità.” ha sentenziato, col tono di chi riprende un ragazzino che s’è permesso di dire una scemenza e va subito redarguito per evitare che la ripeta. E poi, giù di sciabola: la “componente emotiva” del cervello umano, ha spiegato, è quella più arcaica, che l’uomo usava quando stava ancora appeso agli alberi: è quella neocorticale, sede del pensiero razionale, che va invece potenziata perché prenda il sopravvento e le si rimettano tutte le decisioni; la componente emotiva, che se ne sta nel sistema limbico, è un relitto primordiale e l’istinto è responsabile delle peggiori tragedie di questo secolo e della storia.

L’uomo non è cattivo – ha aggiunto la signora, con la tranquilla certezza di chi accenna ad una verità evidente, perché evidenti sono le verità che derivano da prove scientifiche – ma è gregario” ed è proprio per via del suo affidarsi irrazionale alle suggestioni del sistema limbico e delle emozioni lì prodotte. Quando stavamo sugli alberi, l’essere gregari era una virtù, oggi è un limite, perché la salvezza dell’umanità sta nell’essere razionali, non ragionare di pancia e buttarsi al seguito del primo che titilla il nostro istinto.

Se la guardava un po’ basito, Fazio, che da un anziano monumento forse si sarebbe aspettato una delle solite tirate generiche e buoniste, di quelle valide per ogni occasione e che fan contenti tutti, in cui un po’ si richiamano i sentimenti, un po’ il vago buon senso di nonna, e invece si trovava a fronteggiare una disamina sull’agire umano basata sulla scienza e le scoperte inoppugnabili della biologia. La ascoltava molto basito anche il pubblico, che credeva di sorbirsi l’intervista scontata con una donna, e centenaria, e invece si trovava davanti la secca e asciutta analisi di uno scienziato, che nulla concedeva al sentimentalismo, all’emozione, al pathos. E in tutto questo spiazzamento generale, io, che ero a casa in poltrona, da donna, sorridevo contenta, pensando che non m’era capitato mai di vedere in tv una donna comportarsi in modo tanto femminile.

63 Comments

  1. E tanto femminili erano anche le sue grazie e movenze, così eleganti ed energiche; bracciale e anello superlativi – capita, spesso, che fungano da percussione tintinnante al discorso, sostenendolo.

    Quoto in toto la tua recensione, io stessa pensavo di trascrivere l’intervista e pubblicarla, almeno in parte. Una cosa che mi ha scosso, personalmente, era questo biasimo del sistema limbico (quando prenda il sopravvento a scapito di quello neocorticale).
    Nel mondo che ho frequentato per anni, quello dello studio del canto, mi si chiedeva – per non imbrigliare il suono, per lasciarlo fluire sano, intatto ed onesto – di aggirare la neocorteccia, di risalire a una sorgente più profonda e antica, limbica appunto. Ieri notavo come lei fosse quasi schierata, e all’opposto.
    Ne riparleremo…

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  2. Ieri ho avuto la netta impressione che Fabio fosse il vecchio e Rita la ragazzina. Da un lato: retorica buonista e stereotipi buoni per tutte le stagioni (l’apice del ruffianismo nazionalpopolare è stato raggiunto quando l’intervistatore ha dichiarato ridendo di non aver mai capito a che servono le radici quadrate); dall’altro: schiettezza, trasparenza, onestà e passione. Purtroppo con ogni probabilità Fabio vivrà più a lungo di Rita.

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  3. Per quel che può valere: anch’io, seduto in poltrona, ieri sera guardavo e ascoltavo la meravigliosa Rita; però, invece di ridere, ho sentito gli occhi inumidirsi. Qualche volta, anche se da piccolo gregario, sono orgoglioso di appartenere alla stessa razza di persone come lei (e come te, cara Galatea) 🙂

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  4. @->Fully: ma perché ci deve essere per forza una “specificità”(a parte, beninteso, quella ovvia e anatomica)? Secondo me sarebbe bello se uno ragionasse di individui e non di categorie, sessuali, sociali o altro. Ci sono donne sensibili e uomini sensibili, così come ci sono uomini intelligenti e stupidi, donne geniali o cretine. Ho sempre avuto l’impressione che gran parte delle caratteristiche caratteriali “specifiche” che noi attribuiamo ad un sesso o all’altro siano frutto in massima parte dei condizionamenti culturali cui maschi e femmine sono sottoposti fin dall’infanzia e spesso in maniera del tutto inconscia. Conosco centinaia di donne dalla razionalità adamantina e dalla logica stringente, e parecchi uomini che non riescono a tirare il filo di un ragionamento neanche se guidati per mano, e viceversa. In genere, questo è vero, le donne dimostrano carattere più determinato nel perseguimento dei loro obiettivi: ma è la reazione naturale di chi parte svantaggiato socialmente, non dimentichiamolo.
    @->Entj:Fazio non era solo più vecchio, è che, poverino, pur non essendo uno stupido, di fronte a quella lezione magistrale si è ritrovato nudo in tutta la sua pochezza. Però era una battgali impari fin dall’inizio, via.

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  5. Non ho visto l’intervista anche se sto cercando su youtube qualcosa, mi permetto di osservare che avendo avuto capi maschi e femmine la stessa alterigia e la stessa voglia di usare il potere l’ho vista con entrambi

    Paolo

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  6. @->Paolgiacometti: Già, e io ho sempre pensato che Caterina di Russia o la brava Maria Teresa si siano gestite i regni come i loro colleghi maschi. Avevano teste adatte a farlo, punto e basta.

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  7. Difatti, io non voglio quote rosa. Voglio il 50% dei posti coperti da donne, perchè se lo meritano, punto e basta.
    🙂

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  8. Sulla questione del ruolo del sistema limbico ho qualche dubbio, legato al fatto che quando i vari strati del cervello funzionano in sinergia di solito i risultati sono immensamente migliori che quando funzionano da soli. Ma questo (oltre che essere un mio modo di vedere le cose) è comunque del tutto indipendente dal sesso del possessore del sistema limbico.

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  9. @Fully
    La difference c’è e sta nel testosterone. Più testosterone=più aggressività.
    Poi per fortuna esiste appunto la regione neocorticale, il problema è che spesso è poco sviluppata oppure, ancora più spesso, è poco utilizzata.

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  10. Dimenticavo, complimenti a galatea che non solo ha una regione neocorticale ben sviluppata, ma la sa usare mettere a frutto nel modo migliore.
    PS: il fatto che abbia scritto “difference” al posto di “differenza” non è dovuto ad un innamoramento per la lingua inglese, ma ad un errore di digitazione.

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  11. Sì! La Montalcini è stata semplicemente formidabile. Per la semplicità ed il rigore logico.
    Ma ch sia uomo o che sia donna, un pochino di limbico non guasta.
    luigi nonallineato

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  12. curiosita’=amore!…qwalcosa o qwalcuno che ti interessa, ti incuriosisce e lo vuoi conoscere:la scienza è amore per la verita’:basta con le divisioni:emisfero sinistro-emisfero destro cerebrale-parlamentare(!)maschile-femminile,oriente-occidente,nord-sud,rationale-emotivo,etc:il vero scienziato-saggio è superpartes:itelligenza universale.

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  13. Non mi persuade. Non è stata solo l’emozione a portare ebrei, rom ed omosessuali nei campi di sterminio, ma anche la fredda scienza. E l’empatia è una risorsa fondamentale per impedire che accada di nuovo.

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  14. A me sembra che siate proprio voi donne a denigrarvi. Lo fate continuamente specie nei confronti di altre donne. Avete sempre dominato il mondo maschile, perché più forti. Poi definire Fabio Fazio vecchio e poverino, mi sembra eccessivo, in quel momento recitava una parte, proprio per permettere alla Dottoressa Levi Montalcini di spiegare ciò che a qualcuno oggi sembra lapalissiano. Poi per ciò che concerne il testosterone, a me sembra che ciò che si vede in TV, da parte di donne che non disdegnano apparire in un certo modo, bisognerebbe farne uno studio a parte. Personalmente non ho mai avuto dubbi, sulla forza mentale delle donne e della gestione della vita, perché ne ho sempre avuto esempi magnifici, da mia madre alla mia splendida moglie. Sperimentare la dolcezza di una donna intelligente non è da tutti.

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  15. Peccato me la sia persa.
    Da come lo descrivi però il discorso della Montalcini è puramente razionale, e dunque asessuato.
    E quanto al discorso “quote rosa” condivido il punto ma credo sia necessaria una correzione: buona parte del minor successo delle donne nelle professioni o in politica dipende dal diverso impegno che queste ci mettono, dedicando più energie alla famiglia; questo dipende sia da fattori sociali che biologici, è duro stabilirne i pesi relativi, ed altrettanto duro cambiarli.
    @elianto
    Si parlava di scelte e razionalità, il canto e l’arte in genere c’entrano poco.

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  16. Grande grande grande Galatea.
    È da tempo che cerco col lumicino qualcuno che ammetta che sono molto più grandi le differenze tra gli individui che quelle tra le categorie.

    Un solo appunto: credo che nelle interviste fatte da Fazio ci siano pochi aspetti non controllati e preparati. Compresa la sua tipica figura da inadeguato.

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  17. Secondo me Fazio non è poi così male. Quella che lui conduce è un tipo di intervista piuttosto ossequiosa e diplomatica, recita la parte del ragazzotto italiota perbene; ma tutto sommato gli ospiti che invita(no) sono sempre di un certo calibro. E questo ci consente – talvolta, non dico sempre – di ascoltare e ammirare delle personalità speciali a un desco familiare, leggermente informale.
    Sono d’accordo con Al Freak che curiosità è amore. E non c’è cosa che appassioni di più della ricerca, in particolare scientifica. Quindi la provocazione della Montalcini era dialettica, verbale. Ma sempre di passione, sia pure in senso altissimo, si parla.

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  18. nelle arti marziali, nello zen e in molte altre discipline quello che si cerca è, per chiunque partecipi, maschio o femmina, l’integrazione tra il razionale e l’emotivo, la ricerca dell’uso completo delle facoltà dell’individuo, nessuno fa distinzioni di genere… per questo mi sono sempre piaciute queste cose 🙂

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  19. E in tutto questo spiazzamento generale, io, che ero a casa in poltrona, da uomo, sorridevo imbarazzato, pensando che non m’era capitato mai di vedere in tv uno scienziato mostrate tutto il suo granitico scientismo.

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  20. Da scimmia emotiva e gregaria, concordo e ti seguo (ovviamente). Però voi, quando siete scesi tutti dall’albero,cazzo, un fischio me lo potevate fare.

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  21. Beata lei!
    Nel merito, da razionalista convinto, non sterilizzerei il limbico così brutalmente. Certo che dalle piante è ora di scendere definitivamente.
    Io penso che il pensiero religioso sia parte di quel retaggio e che un adeguato sviluppo neocorticale potrebbe favorirne il superamento.
    Ma io sono io…

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  22. Brava Montalcini. Riduzionista come tutti i ricercatori che abbiano messo una firma su più di 20 pubblicazioni. Neuoscienze per lei. Psicologia comportamentarista per altri, sociologia, fisiologia per altri ancora.
    Parla dall’alto di uno scranno fatto di accettazione popolare, demagogia e la presunzione nel fatto che essere anziani presupponga rispetto incondizionato e detenzione d verità assoluta.
    Ho quasi trovato più simpaico Bocca, che è tra le 10 personalità mediatiche più fastidiose del globo.

    F.

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  23. R disputa limbico- neocorticale : l’evoluzione può avvenire per via naturale solo attraverso una forte selezione ambientale ( tu muori e non fai figli, una ltro sì….), e cmq richiede almeno decine di migliaia di anni ; penserei piuttoto che nel prossimo secolo il genoma umano potrebbe essere riprogrammato per eliminare la componente genetica alle malattie; le terapie attuali per qualsisi tipo di malttia tranne le infezioni, più che ineffficaci, sono non risloutive e dispendiosissime, e stanno drenando risorse ricerca energetica e risanamento del territorio.
    Cmq credo nel che nel sistema limbico risieda quello che più ci avvicina alla nostra origine come specie emotiva, (il sistema limbico comincia ad avere una certa importanza e sviluppo nei rettili, filogenteicamente i primi ad esser capaci di sognare e provare emozioni, non compatibili con l’ “hardware” del SNC dei pesci, ad esempio), : la potremmo chiamare “volontà di potenza”, con una espressione non forgiata da me per primo, certamente, che può esprimersi in istinto riproduttivo, poi violenza , desiderio di procreare ed amore, curiosità da ultimo se sivuole, ad un livello cetamente più corticale delle prime espressioni, ma non esistono dicotomie biologiche, o meglio non “hanno forza” per esistere se non meramente come costruzione funzionale a qualche volontà di sopraffazione di questa o quell’altra categoria morale/sociale, come la storia ci insegna.

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  24. 2 : quanto ai pregiudizi sul cervello delle donne : le donne hanno una massa cerebrale ( e quindi anche neocorticale) inferiore agli uomini del 20% circa : ciò può voler dire poco,molto poco, visto che le nostre capacità intelletive sono ben lungi dall’essere usate e capite in maniera completa.
    (E ciò non avverà per diverse centinaia di anni almeno…)
    Di converso gli emisferi cerebrali femminili sono connesi “meglio” di quelli maschili (corpo calloso più sviluppato); di sicuro le donne hanno capacità, o meglio capacità iintelletive n nuce, parzialmente diverse da quelle maschili: ciò che veramente conta è l’educazione, sia quella che si riceve che quella che si decide di seguire e forgiarsi, e questo a sua volta dipende dall’ambiente socio-economico-storico, dalle conoscenze, dalle linee morali di tutta la società……..Pò darsi che tra qualche migliaio di anni potremo dire che le donne sono in effetti meno “intelligenti” dei machietti, al momento ciò è pure fantascienza….
    Da un punto di vista sociale e culturale attualmente mi sembra ancora che le donne siano più influenzabili e tendenzialmente autolimitantesi nelle varie scelte che la vita ci pone oni giorno, ma c’è anche da considerare la questione maternità…..

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  25. credo che è l’enesima volta che Fazio ha fatto capire che non è più in grado di svolgere il suo lavoro con la professionalità dovuta.

    riguardo al femminismo: detesto quando diccono che le donne sono uguali agli uomini. è sbagliato. noi donne siamo diverse dagli uomini per tante ragioni, sopratutto biologiche. chi nega questo è più discriminatorio di chi dice: donne sono fatte per e uomini sono fatti per…

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  26. La Montalcini ha espresso un concetto scientifico e lo fatto in modo impreciso; se, infatti, fosse solamente la curiosità la chiave che muove gli esseri umani saremmo estinti da qualche tempo.
    Ci sono moltissime altre qualità in gioco e mi sorprende che una scienziata del suo calibro non ne abbia fatto menzione.
    Galatea sbaglia ad interpretare questo intervento, rilevando una confittualità uomo donna mai sollevata dalla Montalcini. Il suo era un discorso in generale.
    Quindi tutta l’introduzione non è pertinente alla materia trattata.
    Ma se vogliamo parlare di questo argomento…
    E’ inutile negarlo: uomini e donne sono diversi, totalmente diversi ma complementari. Questa differenza è data dalla chimica, ossia da tutte quelle sostanze che chiamiamo ormoni.
    Alcuni sono specifici maschili e altri femminili e sovraintendono a molte funzionalità del nostro corpo, sia esse fisiche che psicologiche.
    Agiscono principalmente sulle ghiandole e, siccome il cervello è una ghiandola, anche su di esso, promovuendo conseguentemente anche attività celebrali diverse.
    Cosa significa? Che abbiamo un’intelligenza differente.
    Attenzione, non sto dicendo che gli uomini siano più intelligenti…
    I luoghi comuni sui rapporti uomo donna si sono acuiti ancora di più in questi ultimi anni per via della tendenza della società odierna di uniformare i comportamenti maschili e femminili e dal disastroso impatto economico che l’ingresso della donna nel mondo del lavoro ha comportato.
    Chi sa spiegare, per esempio, il perchè l’uomo possa godere il diritto alla pensione in età più avanzata considerato che la donna vive, mediamente, più a lungo?
    Saluti.

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  27. @->Fabo: Non ho mai detto che la Montalcini parlasse del conflitto Uomo/donna, infatti, caro Fabo. IL ragionamento prettamente razionale della Montalcini mi serviva a ribattere il pregiudizio ancora molto radicato secondo il quale gli uomini siano naturalmente portati ad essere esclusivamente razionali e le donne, invece, abbiano “una marcia in più” perchè prendono decisioni basandosi sulla voce dell’istinto. Quando te lo dicono, magari sono pure convinti di farti un complimento, io, invece, l’ho sempre considerato un insulto bello e buono: il discorso della Montalcini dimostrava che una donna, quando fa lo scienziato, ragiona da scienziato indipendentemente dal sesso, e questo era l’argomento del post.
    Quanto alle tue obiezioni: 1. non capisco perchè definsci “disastroso” l’impatto economico per l’entrata delle donne nel mondo del lavoro. A me sembra invece una delle cose più positive del secolo appena passato: ha permesso a centinaia di cervelli femminili che funzionano benissimo di fare quello per cui sono portati, senza più essere relegati a casa a lavare piatti, cosa che costituiva uno spreco incredibile di intelligenza.
    2. Sul fatto che le donne possano andare in pensione prima, in linea di principio avresti anche ragione. Però allora vorrei anche che venisse riconosicuto come lavoro svolto negli anni “utili” per maturare la pensione anche tutto quello che le donne che hanno un lavoro fuori fanno dentro casa, cioè lavare, spazzare, stirare, etc, visto che assai spesso i mariti e compagni italici non fanno un caspita, e così le donne si ritrovano, tornate dall’ufficio, a dover svolgere anche il mestiere di colf, badante per gli anziani di casa, baby sitter per i bambini, etc. Quando voi uomini accetterete di dividere equamente anche queste incombenze, allora saremo pari nel conteggio degli anni lavorativi…
    3. Sul fatto che uomini e donne siano “totalmente diversi”: ma non diciamo sciocchezze, dai. Se fossimo davvero queste entità così differenti io e te non riusciremmo a discutere su questo blog, non sarebbe nata una civiltà in cui viviamo entrambi, etc. Possiamo avere punti di vista differenti, ma ho sempre avuto l’impressione che poi le visioni siano dovute in massima parte a fattori economici e sociali che sessuali o genetici: un uomo e una donna della medesima provenienza sociale è più facile che abbiano qualcosa in comune rispetto a due donne vissute in ambienti differenti. Riesco ad immedesimarmi senza difficoltà nelle ansie e nei problemi di un uomo con il mio stesso stipendio che in quelli di Paris Hilton, per esempio.

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  28. bell’articolo e bellssima discussione nei commenti. Condivido al 100% il punto 3 della tua ultima replica. Del resto, quando una donna arriva in un posto di eccellenza, soprattutto in Italia, io mi meraviglio soprattutto per il supplemento di “fatica sociale” che ha impiegato rispetto ad un uomo di pari condizione e intelligenza. L’evidenza sta lì a dimostrare che se si parte alla pari, alla pari si arriva. Rimuovere gli ostacoli che penalizzano le donne avvantaggia tutta la società. La Levi Montalcini dimostra esattamente questo, indipendentemente dal condividere completamente o meno il suo discorso scientifico. La domanda è : quante come lei ci siamo perse nell’ultimo secolo a causa della discriminazione sessuale?
    Paolo

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  29. R pernsione uomo donna : si sta passando al metodo di calcolo contribuitvo, e non retributivo, come in passato ; esso è in effetti più giusto, ( vale ancora il detto la atematica non è una opinione ?), e andrebbero ancora applicati i coefficienti che tengono conto della aspettativa di vita : c’è già una fortissima ingiustizia con le vecchie generazioni : oggi un precario con 1100-1200 di stipendio prenderà 550 euro di pensione: tanto vale che lavori in nero,così può chiedere al datore di lavoro un piccolo aumento e quando andrà in pensione prendere la pensione sociale !!! (ovviamente è una provocazione, ma non troppo: c’è squilibrio tra le vecchie e nuove generazioni, ed ovviamente a vantaggio dei “poveri” pensionati attuali )
    In summa : le donne dovrebbero andare in pensione alle stessa età degli uomini e prendere una pensione calcolata col metodo contributivo e in proporzione alla aspettativa di vita media ( Cioè , rebus sic stantibus, prendere qualcosa meno rispetto agli uomini)

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  30. Non consideriamo il fatto che a volte si verifica il fenomeno opposto, che sfido chiunque a dichiarare falso in via assoluta, di donne che ragiungono posti di spicco senza dimostrare alcuna abilità se non quella ‘seduttiva’.

    nella mia vita ho visto questa cosa così tanto che se rinascessi vorrei essere donna, una gran bella donna affascinante, solo per dimostrare come potrei guadagnare il potere facilmente rispetto ad un uomo.

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  31. L’ impatto economico del lavoro femminile è assolutamente positivo;al massimo definirei insoddisfacente (non disastroso) il livello di occupazione delle donne italiane.
    @Galatea
    Mi sfugge il legame tra lavoro casalingo e pensioni.Una maggiore partecipazione dei maschi al primo è auspicabile, ma la questione pensionistica è prima di tutto attuariale, dare differenti pesi ai contributi in base al sesso è discriminatorio.Tanto più che colpisce i single quanto gli sposati, e ricompensa le lavoratrici più delle casalinghe: se vogliamo perequare meglio farlo a livello di coppia.

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  32. Temo che l’errore di fondo si basi sul fatto che la diversità fra uomo e donna, dimostrata con metodo scientifico, sia interpretata solo dagli uomini e non da entrambi i sessi. Da qui la sorpresa per il Montalcini-show. Ci casca anche Galatea quando afferma che le donne hanno “una marcia in più” perché prendono decisioni basandosi sulla voce dell’istinto.
    Falso. Le donne sono più portate a creare, mantenere ed estendere i rapporti sociali. Un uomo non ne comprende il meccanismo e definisce il comportamento come un pregio e istintivo.
    Esempio: in un luogo pubblico le donne vanno in bagno in gruppo. L’invito: “Giovanni, vieni in bagno con noi?” è impensabile, come minimo porterebbe ad uno shock da imbarazzo Giovanni e l’intero ristorante.

    Francesco, nel suo commento, parla di corpo calloso femminile più sviluppato, in realtà contiene più connessioni fra i due emisferi di quello maschile. Questo porta le donne ad elaborare più pensieri in contemporanea (paralleli).
    Esempio 1: Se in auto la radio è accesa, un uomo la spegne allo squillo del cellulare.
    Esempio 2: Una donna riesce a cucinare, telefonare e seguire un programma tv nello stesso istante. Un uomo a vederla pensa che il pranzo sarà pessimo, chiacchiera di banalità con la sua amica e la televisione sta solo consumando elettricità.

    Naturalmente non esiste un cervello 100% maschile, o femminile. Siamo un po’ tutti degli ibridi. Le differenze (specificità?) si creano durante la gravidanza. Vengono imposte dalla madre che scarica sul feto una valanga di ormoni androgini durante la 6°-8° settimana di vita. In caso di “pasticci” si generano individui omosessuali, transessuali o ermafroditi.

    Volete saperne di più? Correte in libreria a cercare “Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere?” di Allan & Barbra Pease (Sonzogno).
    Per ovvie ragioni, questo pozzo di verità, viene sempre piazzato fra i manuali di kamasutra e le barzellette sporche di Bramieri.

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  33. @->Francesco: L’idea di mandare le donne in pensione in po’ prima degli uomini, storicamente, era giustificata anche sulla base del fatto che si voleva riconoscere loro un “bonus” per il lavoro in famiglia svolto in più. Non c’entra un caspita, scusami, che siano sposate o meno: se abitano anche con genitori e fratelli maschi, stai pur certo che chi sparecchia la tavola, lava i piatti e pulisce per terra sono le donne di casa nel 90% dei casi. Personalmente trovo anche io discriminatorio che le donne possano andare in pensione prima e abolirei questo privilegio.Però so anche che spesso è un modo per premiarle per aver fatto tripli salti mortali per gli anni precendenti…
    @->Goodidea: veramente, mi attribuisci per svista proprio la posizione che sto combattendo: io non credo affatto che le donne abbiano una “marcia in più”, e tantomeno che questa sia da indentificare nella loro capacità di pensare “emotivamente”. Penso semplicemente che in alcuni aspetti può essere che uomini e donne siano diversi, ma credo che queste differenze siano in massima parte dovute ai condizionamenti sociali, non della chimica o della fisiologia del cervello.
    Per inciso, se mi telefonano io spengo la radio, o non sento niente; riesco a cucinare guardando la tv, ma questo lo fanno anche parecchi miei amici maschi. In macchina, quando guida un uomo, spesso sono io che leggo le cartine e faccio da navigatore, ma se mi perdo mi fermo e chiedo informazioni. Forse perché sono una donna, o, più semplicemente, perché non ho il satellitare in macchina.Ah, dimenticavo: odio i film d’amore e preferisco quelli di azione o spionaggio, mentre mia madre adora i film di guerra. Questo per dimostrare che ognuno/a poi fa caso a sè. 😉

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  34. @->numedialab: non serve diventare donna per riuscire ad arrivare al potere per vie traverse e senza alcuna competenza. Molti maschi fanno carriera leccando sperticatamente il loro capo ed abbassandosi al ruolo di zerbini. Anche qui non c’entra il sesso di appartenenza: ci sono individui disposti a qualsiasi compromesso per far carriera, compreso portarsi a letto il capo, sedurlo o slinguarlo, e altri che non lo sono. Conosco anche molte donne che si sono giocate la carriera per aver detto un no ad un potente.

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  35. Premesso che un punto di vista un po’ originale e disincantato è rinfrescante nella piattezza abituale (e della Levi-Montalcini ho apprezzato più volte la brusca intelligenza), provo orrore per chi pensa che sia auspicabile soffocare il “sistema limbico” (e per altro: la curiosità da dove nasce?).
    D’accordissimo invece sulla questione dell’individualità. Maschile e femminile potranno pure esistere, per esempio come “valori medi” (con una base certamente – anche – fisiologica), oppure come “desideri, proiezioni” di noi stessi e degli altri (con base più culturale, suppongo). L’errore è pensare che queste astrazioni abbiano, o debbano avere, più valore dell’individualità. Se sono donna e non ho voglia di fare figli, perché dovrei sentirmi in colpa o riuscita male? E viceversa: se (per es) sono toscano, che senso ha sentirmi orgoglioso dei miei conterranei geniali, se io non ho la minima genialità?
    L’identità collettiva mi è sempre parsa una scorciatoia e una debolezza.

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  36. trovo patetici molti interventi, in cui si discetta di materie così specialistiche che i VERI specialisti non pubblicano di certo sui loro blog.
    Montalcini ha sottolineato che le capacità intellettuali non differiscono tra uomo e donna, così come il richiamo al ruolo del gregario (che in italia è evidente) è indice di massima autonomia intellettuale.
    io credo che sia quasi impossibile discutere alla pari con una scienziata di tale livello: perchè non provate a discutere con Carfagna o Bondi?
    sono più alla nostra e vostra portata.

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  37. io penso invece (o quantomeno spero che sia così) che l’uomo e la donna siano profondamente diversi: una diversità meravigliosa che determina l’attrazione reciproca.

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  38. R Klingsor : La Montalcini è una ricercatrice di fama mondiale, ma attenzione ,nel Blog non si parlava del ruolo del neurotrasmetittore A o B, ma si abbozzavano delle riflessioni di filosofia della mente, nuovo disciplina ibrida tra filosofia e e nuove scienze neurali, (esiste da 30 anni circa) : forse avrai sentito nominare Chomsky, Varela, Churchland ( moglie marito), solo per fare alcuni nomi : si tratta di neuroscienziati con solide basi filosofiche che hanno passato il guado e vanno annoverati anche fra i filosofi : mi spiace ma la Montalcini non vi appartiene.

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  39. @-> Galatea: la Montalcini, ribadisco, ha trattato un argomento scientifico; mai ha accennato a differenze intellettuali, nè tantomeno alle valenze razionali uomo donna a discapito di quest’ultima.
    La diversità del cervello maschile e femminile è ampiamente e scientificamente dimostrata. A questa si addizionano, e qui hai ragione, i forti condizionamenti sociali. E sono questi che alimentano i pregiudizi.
    Quindi, cara Galatea, siamo diversi; forse non totalmente come ho scritto nel post precedente, ma lo siamo. Anche se io ho concluso la frase con un “complementari” che dava un senso meno costrittivo al concetto.
    Nessun pentimento, invece, per avere definito “disastroso” dal punto di vista economico l’impatto femminile al mondo del lavoro; naturalmente mi riferisco all’aumento dei costi sociali per la collettività, non alle singole famiglie. E’ chiaro che due stipendi sono meglio di uno!!!
    Ma quanto è costato riuscire a dare questo salario in più? Un’enormità.
    Alludo, oltre al tema delle pensioni già toccato, all’attivazione degli asili nido, agli oneri previdenziali in caso di maternità, all’istituzione del doposcuola e a tutto ciò che li fa funzionare.
    Non sto sostenendo che la colpa sia della donna, ma bisogna urgentemente modificare la legge quadro sul lavoro, i contratti collettivi e tutto il sistema pensionistico. Sarebbero strumenti necessari per distribuire responsabilità erroneamente considerate collettive ai singoli individui.
    @-> Klingsor: non ho trovato nessun intervento patetico: se ti ritieni superiore potevi evitare.
    Non ho la presunzione di discutere alla pari con una scienziata come la Montalcini, però ciò non mi preclude la possibilità di fornire argomenti a sfavore del suo pensiero. E credo che, con l’umiltà e la cortesia che spesso contraddistinguono i sapienti, mi risponderebbe. Cosa che non avverrebbe mai con i due personaggi che citi.

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  40. @->Fabo: Appunto, caro, ma il mio post, se tu lo leggi, non era tanto incentrato su quello che la Montalcini ha risposto, ma su cosa si aspettavano che rispondesse, in base a pregiudizi su come le donne dovrebbero ragionare. Per questo, al di là della discussione scientifica, su cui non ho titolo di entrare perché troppo specifica, l’intervento della Montalcini è stato spiazzante per Fazio e per il pubblico: si aspettavano che una donna ripetesse le solite banalità sul fatto che le donne hanno una marcia in più perchè capaci di ragionare emotivamente, e la signora, invece, ha detto chiaro e tondo che dalle emozioni, secondo lei, partono tutte le decisioni più sbagliate per il genere umano.
    Quanto al resto del tuo commento, sinceramente mi sembra terrificante: Dunque, se ho capito bene, tu dici che il lavoro femminile costa alla collettività una barca di soldi perché le donne, se vanno a lavorare, han bisogno di asili per metterci i figli, del congedo per maternità etc etc etc e poi, quando smettono di lavorare, bisogna pagar loro la pensione (a ‘ste sciagurate!) e che questi costi vanno ricontrattati perchè non sono problemi della collettività ma dei singoli Ora, ios pero che tu stia scherzando, perchè il tuo ragionamento porta solo a due soluzioni: 1) rimandiamo tutte le donne a casa ( alla collettività costa meno in termini di soldi, ma è un disastro perchè si perdono cervelli e quindi possibilità per la società di svilupparsi), oppure accolliamo alle singole famiglie i costi di asili, ferie per seguire i pupi etc, con il bel risultato che le donne stanno a casa lo stesso, perchè solo chi è ricca di famiglia potrà permettersi di lavorare. Ovviamente se una povera è potenzialmente un premio nobel, chissenefrega, meglio che stia a casa a cambiare il pannolino al pupo per risparmiare qualche euro allo stato. Meraviglioso come progetto politico! I miei complimenti, da donna, ma soprattutto da cittadina.

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  41. Cui aggiungo i miei da uomo e da appassionato di economia.Le pensioni si pagano coi contributi, e le donne che lavorano si pagan le loro (al più le altre sono a carico quando prendono la pensione sociale); asili e servizi di assistenza ai bimbi costano meno di uno stipendio e si pagano per molto meno della vita lavorativa di una donna: basta quello per concludere che il saldo del lavoro femminile è positivo. E peraltro il grosso dei costi vanno in ulteriori posti di lavoro.
    Ma anche se la cosa fosse economicamente svantaggiosa, l’alternativa è condannare le donne alla dipendenza economica.Del tutto inconcepibile.

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  42. @->Marcello: le finalità solidaristiche e l’assenza di scopo di lucro nell’oggetto sociale non configurano come impresa l’INPS. E’ semplicemente un Ente statale che eroga prestazione previdenziali e sociali attraverso il prelievo obbligatorio di quote dei redditi.
    Non prevedendo un utile, tutti i denari versati dai contribuenti non vengono capitalizzati ma utilizzati per pagare le pensioni già maturate.
    Quindi affermare che le donne pagano le loro non è giusto: le pagano infatti alle lavoratrici e ai lavoratori che le hanno precedute.
    Questo sistema ha funzionato fino a quando il numero dei pensionati è stato inferiore al numero degli occupati, ma già da parecchio tempo siamo nella situazione opposta.
    La legge 410/2001 e qualcuna successiva hanno disciplinato la cessione del patrimonio immobiliare dell’INPS a privati: un’iniezione di liquido per far fronte all’unica esigenza dell’Ente. Tradotto in parole povere: siamo alla frutta.
    Quindi una riforma di questo sistema è quanto mai auspicabile.
    Se interpelli qualsiasi assessore delle Politiche Sociali e scolastiche di un qualsiasi comune italiano ti metterà al corrente dei passivi impressionanti che è chiamato a gestire.
    I costi dei servizi non vengono coperti dal corrispettivo o lo sono parzialmente; se a questo aggiungi che parecchi dichiarano redditi da fame per pagare il meno possibile…
    Anche qui non sarebbe utile una trasformazione radicale?
    @-> Galatea: non mi sembra di aver scritto che bisognerebbe estromettere la donna dal mondo del lavoro e, soprattutto, non l’ho mai neanche pensato.
    Dico che è concettualmente ed economicamente superato il modello al quale siamo abituati. E questa crisi ci pone, inoltre, davanti a orizzonti inesplorati.
    Un esempio: in Inghilterra molti lavoratori uomini sono stati lasciati a casa a favore delle donne per via degli stipendi mediamente più alti.
    Concludo con una domanda: secondo te, la responsabilità di avere un bambino è tua e/o del tuo compagno/marito o della comunità?
    Intendendo responsabilità come quell’insieme di doveri di natura economica ed etica che hai nei confronti del bimbo.

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  43. @Fabo
    Su come [non] funziona l’Inps siamo d’accordo, ma la questione prescinde dalle divisioni di genere, e se proprio vuoi farne al netto delle pensioni sociali hai un flusso donne->uomini, visto che le lavoratrici oggi sono molto più numerose e meglio pagate ora che 20 anni fa.
    E pure la copertura dei costi dei servizi sociali c’entra poco, in primis perchè di regola se appena gli avanza qualche spicciolo assumono qualche cugino dell’assessore per tornare in deficit.
    Non confondere la gestione all’ italiana (lo stato riesce a perdere soldi anche coi casinò, Campione è in deficit perenne) con fenomeni generali.La partecipazione delle donne al lavoro ha un saldo positivo, che poi finisca in gran parte nel pozzo senza fondo della PA è un’altro discorso, che vale anche per i maschi.Ed è il primo motivo per cui sono emigrato.

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  44. mah!…

    allora, la montalcini ha detto una vaccata, comunque; un essere puramente razionale sarebbe un non senso, le azioni che compiamo sono in un modo o nell’altro guidate dalle emozioni, la ragione non è altro che un modo per ottimizzare tali azioni in vista del raggiungimento di uno scopo. Insomma la ragione può servire a soddisfare meglio i nostri desideri e quindi a renderci felici, ovvero a provare emozioni positive.
    insomma la ragione è un mezzo, l’amore l’odio la rabbia (e la curiosità che è un emozione) ecc. invece strutturano i nostri fini.

    Però ammetto che ha risposto in modo non scontato, anche se il sospetto che sia una domanda e rispsota preparata ce l’ho.

    detto questo, le risposte che dai quasi rafforzano i pregiudizi sessuali, insomma ti si fa notare che effettivamente i maschi hanno più neuroni nella neo-corteccia (5 miliardi in più, appena fatto un giretto su wikipedia 🙂 e che le femmine hanno un corpo calloso più sviluppato che consente ai due emisferi cerebrali (grossolanemente, uno logico e uno intuitivo) di comunicare in modo più efficente, e come rispondi?

    Sì, può darsi che siano diversi, ma credo che le differenze siano dovute ai condizionamenti sociali.

    Guarda, noi esseri razionali, maschi o femmine (poche :-P) abbiamo bisogno di uno straccio di argomentazione per essere confutati, o ci citi qualche studio che dimostri il contrario, o ci spieghi a parole tue perchè le differenze morfologice dell’encefalo non sono determinanti.
    Non esiste il “credo”.

    non è che esce fuori che i maschi non possono partorire per un condizionamento sociale invece che per le differenze morfologiche e funzionali dell’apparato riproduttivo?

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  45. @->Astrolabio: Non ho capito se il tuo commento rispondeva a qualcosa che avevo scritto io o a qualche altro. Per quanto riguarda me, chiarisco: immagino che il cervello maschile e quello femminile siano diversi anche dal punto di vista morfologico, e queste differenze possano avere dei riverberi sulla maniera di pensare (dico immagino, perché non posso che fidarmi di ciò che mi si dice: io non sono biologa, medico o altro). Però quello che noto, anche da semplice insegnante, a scuola, è che molti dei comportamenti che venivano un tempo considerati naturali per le donne, in realtà erano nati da condizionamenti sociali. Per esempio, si diceva un tempo che le ragazze erano meno portate per la matematica. Però è dimostrato da studi serissimi che se le ragazze sono inserite in una classe in cui l’insegnante non ha pregiudizi e invece vengono stimolate allo studio delle materie scientifiche, si dimostrano altrettanto portate per matematica e materie scientifiche. è che spesso i condizionamenti sociali sono difficilissimi da evitare e anche da indentificare: persino nascendo in una famiglia assolutamente progressista ed aperta, molte cose si “assorbono” dalla società. Penso che questi influssi siano molto forti e potenti e spesso i modi di pensare “femminili” e “maschili” dipendano da questo, più che da una differenza biologica.

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  46. @astrolabio
    Da che ho letto qui la Montalcini non negava l’ importanza delle emozioni in se, quanto che fossero più importanti per l’attività di ricerca di una donna.
    Discorso ineccepibile: non si parlava di rapporti interpersonali.

    Quanto al diverso numero di neuroni, so poco o nulla di biologia, ma ti ricordo che i maschi pesano di più ed hanno (quasi) tutto più grosso.Appena mi trovi un capodoglio particolarmente intelligente accetto la misura numerica come incontrovertibile.

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  47. Quella del gregario mi ha fatto saltare sulla sedia. Abbi pazienza, gregario di chi? Del marziano cattivo? L’uomo è quel che è, in balia di neocorteccia e sistema limbico. Se non è in grado di bilanciare le due componenti impazzisce, crolla o diventa un bastardo. Se ci riesce cresce e diventa adulto e senziente. Mi sembrava che Rousseau fosse stato ampiamente smentito.

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  48. Bellissimo articolo, condivido in toto tranne che il finale. “sorridevo contenta, pensando che non m’era capitato mai di vedere in tv una donna comportarsi in modo tanto femminile.”
    Che c’entra? Non è femminile, né maschile. E’ neutro!
    Secondo me per la stimatissima signora Rita Levi Montalcino non esiste in questo senso una distinzione tra maschio e femmina. Tanti maschi ho sentito fare interventi pertineti e spiazzanti e analogamente da parte di femmine. Che c’entra il sesso?
    La scienza è la scienza, indipendentemente dal sesso del cervello che la pratica.
    L’essere raziocinante è asessuato e spesso, e con mio dispiacere, si vuole sottolineare un confronto sul piano o sulla rivendicazione sessista.

    firmato
    un maschio che crede nella parità

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  49. Grandissima Montalcini!
    Spezzo una lancia a favore di Fazio: se non ci fosse lui, in tv quando mai vedremmo queste persone? Ieri sera è stata una puntata indimenticabile: Montalcini e Grasso!!! Quindi ben venga Fazio, nonostante i suoi limiti!

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