Dissenso privatizzato

L’altro giorno un amico avvocato, per mail, riprendendo un post di Anskij che purtroppo non ritrovo, mi faceva notare come in Italia i cittadini colmino ormai privatamente le carenze della legislazione e dello Stato. Cioè, in soldoni: lo Stato e la Legge vigente non ti permettono di fare un Pacs, un Dico, un Beneamato-come-caspita-lo-vogliamo-chiamare, cioè di garantire al tuo convivente, sebbene non vi sia matrimonio, alcuni diritti? Ebbene, i più accorti possono stipulare da notaio ed avvocato di famiglia un contratto privato, che consente almeno di assicurare alla tua non ufficiale metà (qualsiasi sia il suo sesso) certi diritti; stessa cosa per i figli naturali, che possono essere dichiarati “adottabili” preferenzialmente dai nonni e zii in caso di morte dei genitori, anche se i “nonni” e gli “zii”per la Legge, non essendo i genitori sposati, in teoria non dovrebbero essere considerati nemmeno parenti. E laddove il diritto privato non arriva, arrivano, come sempre, i soldi privatissimi. Cioè: lo Stato e la Legge non ti permettono di tentare una seria fecondazione artificiale, evitando che ti siano impiantati embrioni malati che ti costringerebbero ad un aborto, o peggio ti obbligano addirittura a impiantare tre embrioni a botta, con il rischio che si sviluppino tre feti e la gravidanza diventi a rischio per la madre e per i nascituri? E allora tu, che c’hai i soldi, te ne vai all’estero, e te ne strafreghi, tornando in patria felicemente mamma di bimbi sani e felici, in barba ai veti Vaticani e alle scalmane fondamentaliste dei nostri devoti, soprattutto quelli atei.

L’Italia vive da tempo in questa che non solo è una ipocrita contraddizione, ma soprattutto è una discriminazione classista bella e buona: da una parte ci sono quelli che possono permettersi certe cose, perché guadagnano abbastanza per scappare verso lidi più liberali, e hanno la possibilità di accedere alle informazioni necessarie per scegliere il lido giusto; dall’altra la grande massa delle persone comuni, mediamente povere e magari anche poco informate, che debbono chinare il capo di fronte a leggi assurde e discriminatorie: non sono pecore, ma non possono uscire dal recinto che altri gli hanno stretto attorno, solo cercare di non farsi troppo massacrare nella calca dal gregge e dalle manganellate del pastore.

Fino a ieri, va detto, la situazione faceva schifo, ma almeno si poteva dire limitata ad ambiti che avevano qualche denotazione strettamente privata; se lo Stato e la Legge mi impediscono alcune cose in patria, io, da privato, per le cose che riguardano me, mi affido, se ne ho i mezzi, all’avvocato di famiglia, al notaio, in alcuni casi al medico di fiducia ed all’agente di viaggi: il dissenso lo esercito in forme strettamente individuali perché individuale è il caso da cui sono generate. Il diritto familiare, alla salute, certo, sono di tutti, ma siccome il caso è specifico (il mio compagno, la mia gravidanza, eventualmente la mia eutanasia) io, da individuo singolo, me ne faccio carico e me lo risolvo da me, se posso.

Con la polemica di Gasparri e della Meloni sul “gesto” di protesta che viene chiesto agli atleti alle Olimpiadi, la politica del dissenso “privato” fa un salto di qualità, e davvero notevole: diventa un dissenso “privatizzato”. Qui abbiamo un Governo che alla cerimonia di apertura ha deciso di mandarci il suo rappresentante ufficiale, cioè Frattini, e che non si era nemmeno posto il dubbio se fosse o meno lecito ed opportuno partecipare con la propria rappresentanza nazionale ai giochi, pur sapendo benissimo che la Cina non era certo un paradiso della democrazia e del rispetto dei diritti umani. E qual è la bella pensata di due autorevoli esponenti della maggioranza? Che il dissenso per il sistema di oppressione cinese vada espresso dai singoli atleti, come se lo schifo si potesse dare in appalto. Facciano loro un gesto – e un gesto eclatante, neh! -per chiarire che l’Italia disapprova la repressione in Tibet, la censura, il mancato riconoscimento della libertà di pensiero, parola, culto, e non so che altro. Questo gesto lo faranno, sia ben chiaro, come atleti ma come privati cittadini, assumendosene un domani tutte le conseguenze, e tutti i rischi, perché Gasparri e la Meloni saranno a casa (certo, per testimoniare il loro dissenso, faranno zapping furioso durante la cerimonia inaugurale, ma ciò darà problemi al massimo al rilevatore auditel, non contraccolpi clamorosi alla politica del Governo cinese), e Frattini sul palco delle autorità, dove l’unico effetto sarà un vago accenno di rossore sulle gote mentre tiene in mano il calice di champagne del brindisi; ma, conoscendo l’uomo, non è neanche detto che il rossore gli venga.

Ora, a me sembra che ormai si sia passato ogni segno: non solo ai cittadini viene chiesto di colmare a loro spese, tramite il legale di fiducia, i ricorsi al Tar e in Cassazione, i vuoti di una legislazione rimasta a pratiche medievali per quanto riguarda i diritti degli individui, ma addirittura si pretende che i cittadini, da singoli e a proprio nome, facciano la politica estera dello Stato e si facciano carico di iniziative che lo Stato, il Governo e la Diplomazia non hanno il coraggio o il fegato di prendere. Sinceramente, da cittadina privata, credo anche io che sia ora e tempo di fare qualche gesto clamoroso per denunciare una situazione grottesca e insostenibile. Ma non mi riferisco a quanto accade in Cina, no.

7 Comments

  1. Pensatoio, pero’ cerca di evitare di farti sparare dal para’ di guardia, che sicuramente ti prendera’ per un terrorista palestinese….
    🙂

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  2. Ipocrisia è il termine giusto per descrivere gran parte dei comportamenti pubblici, dai rappresentanti politici ai semplici cittadini.
    E questo accade non soltanto in Italia, ma in tutta quella parte della terra che chiamiamo ‘mondo occidentale’.

    Tutto mi sembra avvolto da una spessa coperta di paura. Paura verso le altre persone. L’individualismo della nostra società si è talmente estremizzato che si ha paura persino del vicino di casa. E ci si nasconde dietro convenzioni ed indifferenze. Persino i bambini ne sono atterriti, al punto da crescere in un clima di violenza e competizione in cui l’importante non è diventare cittadini onesti, ma realizzare le aspirazioni frustrate dei genitori in una spersonalizzazione che riproduce, cristallizzata, l’ipocrisia di fondo.

    Ho concentrato in poche frasi confuse una matassa di idee che mi vagano in testa, ma conservo la speranza di aver scritto qualcosa di comprensibile.

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  3. Non preoccuparti mikè,
    gli dirò:
    “E che marò, ma indò vai a parà…e ‘ssi propito nu’ carabbiniere…
    spari proprio a me, cu’ tutti sti’ buchi neri che stanno in giro…”

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  4. @ pensatoio
    evidentemente i “carabbinieri” di oggi si sono “acculturati”….
    ora sanno che a sparare ad un buco nero lo si “rimpizza” solamente…
    😉

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